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IL MESSAGGERO La Roma sfida tre avversari

Esultanza

(U. Trani) Garcia è sul campo a Trigoria e da lì non si sposta. Davanti agli occhi, senza perderla di vista un istante, la sua Roma. Che lavora, suda e spinge. Oggi più che a luglio. Per migliorare quotidianamente. Per arricchire la stagione già straordinaria e godersi il podio da Champions. Per proseguire la rincorsa iniziata il 1˚ dicembre, a Bergamo, tre mesi prima della gara con l’Inter di sabato prossimo, incrocio pericolosissimo con la squadra di Mazzarri, quasi giallorosso nel maggio scorso e invece colto da improvviso ripensamento che adesso sta benissimo alla proprietà Usa. Perché qui c’è Rudi che, nel periodo forse più complicato della sua avventura nella capitale, riesce a convincere il suo gruppo a tenere fuori dallo spogliatoio (e dalla mente) la realtà scomoda e per certi versi vergognosa che potrebbe psicologicamente spegnere voglia e ambizione. E’ difficile non pensare all’Olimpico svuotato dalla passione dei cuori di curve e distinti da quella norma disconosciuta pure dall’Alta Corte del Coni e lasciata nella sua incongruità tutta alla Federcalcio; così come è dura non sommare i nuovi favori agli altri avuti fin qui dalla Juve capolista e sempre a più 9. Se da un lato si misura la lontananza dal vertice, senza dimenticare il recupero di aprile contro il Parma, dall’altra si elencano gli indisponibili per l’impegno con i nerazzurri che, nonostante il pari internodi domenica con il Cagliari, sembrano comunque usciti dal tunnel della crisi. Concentrati, dunque. Lo ripete il francese. Nel senso di attenti. Trappole e ostacoli si moltiplicano. Sbagliare ci sta. L’avversario non è uno.Ce ne sono almeno tre.

POCHI INTIMI La protesta corre sul web e rimbalza forte sui social network. I tifosi della Roma non sanno più con chi prendersela: Lega, Figc, persone e istituzioni. Ovviamente arbitri (capi inclusi). L’Olimpico che non si potrà riempire è il primo grande problema da superare. L’impatto sabato sera sarà desolante, il clima tristissimo. Ma dietro i cancelli del Bernardini,Garcia si è già espresso: «Nel breve, si è visto contro la Sampdoria quando le chiuse erano già chiuse, non si sente. Ma alla lunga conterà. Abbiamo bisogno della nostra gente». Per questo di appelli, per lo stop ai cori incriminati, ne ha fatti due, l’ultimo prima di mettersi in viaggio per Bologna. Magari il terzo sarà alla classe arbitrale per l’uniformità di trattamento. Se va rispettata in tribuna la norma della discriminazione territoriale e chi non si adegua è punito, anche in campo il regolamento deve essere uguale per tutti. Rigori e anche ammonizioni che a volte cambiano la storia di un match.

ANCORA EMERGENZA Garcia osserva sfilare la sua truppa. Gli uomini sono sempre meno. Non c’è nemmeno l’assaltatore: Gervinho ha la febbre (37,5) e resta in trincea a casa. E’ già successo con Torosidis, a due giorni dalla gara di Bologna, e il greco si è dovuto arrendere. Pure l’ivoriano ci proverà, ma è per forza di cose in dubbio. E proprio Torosidis, per un colpo alla caviglia ricevuto martedì, preferisce interrompere l’allenamento: meglio palestra e fisioterapia, per precauzione. Fuori dal campo Dodò, Balzaretti, Maicon, Totti, Florenzi e anche Pjanic. L’ultimo è l’unico sicuro di farcela, nonostante il fastidio al ginocchio che lo limita da quasi due mesi. Invitati alla partitella diversi Primavera. In difesa la coppia di terzini è ancora quella di sabato scorso, con Taddei e Romagnoli che si prepara a giocare la seconda gara consecutiva da titolare.

RIVALE SCORBUTICA Quando la Roma, lo scorso 5 ottobre, ha superato nettamente l’Inter a San Siro (3-0), confermandosi prima e unica a punteggio pieno, Mazzarri aveva altro per la testa. Si sentiva più in corsa e da corsa di oggi, anche se si presentò alla sfida già con 4 punti (diventati quella sera 7) di svantaggio. Ora la differenza è di 17, distanza più che quadruplicata. Ma se Garcia si ritrova con la rosa dimezzata, il collega, anche per gli innesti di gennaio, sta tornando a galla con il granitico 3-4-1-2 che ha accolto l’ex laziale Hernanes (in dubbio, però) e ha risvegliato il ventunenne Icardi. Mazzarri, all’Olimpico, non troverà Totti che fece due gol all’andata e forse nemmeno Florenzi che calò il tris a Milano, dove Gervinho si confermò imprendibile. Mastavolta, oltre all’ex Destro, 3 gol all’Inter l’anno scorso (nelle due semifinali di Coppa Italia), il tecnico di San Vincenzo troverà la miglior difesa del torneo. Reparto che, più di altri, vorrebbe suo.

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