(M. Ferretti) Walter Mazzarri, l’allenatore dell’Inter, è stato due volte sul punto di accomodarsi sulla panchina della Roma. La prima occasione è sfumata perché la presidente Rosella Sensi in extremis lo bocciò, chiamando a Trigoria Claudio Ranieri per il post Luciano Spalletti; la seconda, invece, è svanita per volontà del tecnico di San Vincenzo, che ha preferito cedere alle lusinghe di Massimo Moratti piuttosto che accettare la corte di Walter Sabatini. Storia recente, questa; storia datata primo settembre 2009, l’altra. Più lontana nel tempo ma stracarica di curiosità e retroscena. Una volta saputo che Spalletti aveva dato le dimissioni dalla Roma, Mazzarri, che era a spasso dopo aver mollato la Sampdoria, prese un treno, arrivò a Roma e si piazzò in un albergo, l’H10, in attesa di un’eventuale chiamata da parte del ds giallorosso Daniele Pradè. Una scelta autonoma, la sua, dato che lo stesso Pradè – con il quale aveva avuto un contatto mesi prima – era in avanzata trattativa con Ranieri, sotto contratto con la Juventus e ancora in vacanza nel mare di Sardegna. Una volta appreso dalla tv che la Roma aveva scelto Ranieri, Mazzarri lasciò l’albergo, prese il primo treno per Livorno e tornò a casa. Lasciando a Roma soltanto una lauta mancia al cameriere del ristorante Maccheroni dove aveva cenato e il ricordo del tassista Como 8, tifoso della Roma, che lo aveva accompagnato in piazza delle Coppelle. Un mese dopo, ironia del destino, Mazzarri trovò lavoro sulla panchina del Napoli (al posto di Roberto Donadoni), battuto all’Olimpico proprio dalla Roma di Ranieri.
SCELTE E RIMPIANTI Esonerato Zdenek Zeman, nella passata primavera la Roma ha pensato immediatamente a due allenatori, uno sotto contratto, Max Allegri, l’altro, Walter Mazzarri, a fine contratto con il Napoli. Uno sponsorizzato da Franco Baldini, l’altro stimatissimo da Walter Sabatini. Mazzarri è stato sul punto di arrivare alla Roma fin quando non si è fatta viva l’Inter: a quel punto, non ha avuto il minimo dubbio, ha acchiappato al volo l’occasione milanese costringendo la Roma, che aveva ricevuto il no di Allegri, a far definitiva rotta su Rudi Garcia. Traduzione: se Mazzarri avesse detto sì, domani sera sulla panchina della Roma ci sarebbe stato lui. Di certo, la Roma non si è pentita della scelta estiva. Altrettanto non si può dire di Mazzarri, descritto come (molto) deluso per tutte le sorprese negative trovate ad Appiano Gentile, a cominciare dalla fuga di Moratti. Ecco perché sta rimpiangendo il no alla Roma, dicono. Alla Roma, invece, non rimpiangono nessuno.