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IL MESSAGGERO Roma sparita, Napoli in finale

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(U. Trani) Un’altra notte da incubo. Trentotto giorni dopo la resa di Torino contro la Juventus, la Roma – che ha la migliore difesa del campionato – crolla anche al San Paolo contro il Napoli. Seconda sconfitta e stesso risultato: 3 a 0. Stavolta la caduta fa più male. In finale di Coppa Italia vola la squadra di Benitez che affronterà la Fiorentina dell’ex giallorosso Montella. Davanti a Maradona, per la prima volta in questo stadio da spettatore,Garcia scopre i limiti del suo gruppo, senza ricambi in difesa sulle due corsie e senza il centravanti che lascia il segno. Per la quarta volta (e per la seconda di fila) l’attacco fa cilecca, dopo aver digiunato contro il Cagliari, la Juventus e la Lazio.

ASSETTO SPREGIUDICATO Maicon si arrende solo quando arriva allo stadio. Il dolore al ginocchio riappare anche nell’ultimo provino. Garcia decide di arretrare in difesa Bastos, anche perché Romagnoli, provato alla vigilia nel ruolo di terzino sinistro, non è titolare da undici mesi. Con il brasiliano, esterno con caratteristiche offensive, l’atteggiamento della Romadiventa molto spavaldo. In partenza il tridente prevede Gervinho, Destro e Ljajic, con Pjanic spesso presente alle loro spalle da trequartista, anche se inizialmente il sistema di gioco è comunque il 4-3-3, con De Rossi più arretrato del solito. Il turnover, insomma, è minimo.Aparte Bastos, con Torosidis che passa a destra, entrano solo Ljajic e Destro: solo tre novità rispetto a domenica scorsa.

DUE CHANCE SPRECATE Il Napoli attacca con sei uomini e si spacca in due. Lascia dietro, con il portiere, solo i quattro difensori, con Maggio che si aggiunge spesso ai sei davanti. Inler e Jorginho spingono forte dalla metà campo in su, il rombo offensivo si schiaccia al limite dell’area giallorossa: Hamsik è quasi una seconda punta accanto a Higuain, sui lati Callejon e Martens sono veloci e e di conseguenza fastidiosi. Il 4-2-3-1 di Benitez dà l’imprssione di essere sbilanciato. La Roma sa sfruttare le ripartenze brevi: Pjanic per Ljajic che offre subito la palla del vantaggio a Destro che però non arriva bene sul pallone. Reina chiude bene, ma resta contuso. De Rossi, svagato e opaco, regala il pallone a centrocampo a Mertens e Benatia stente il belga: giallo pesante. Diffidato, salterà la prossimagara. Ancora Pjanic protagonista nell’area partenopea: appoggio sul piatto di Gervinho che colpisce Maggio davanti alla porta. Ljajic raccoglie la respinta, ma spara alto.

TRIPLA DISTRAZIONE Il Napoli rischia tanto nella prima mezz’ora, anche perché la Roma è più equilibrata. Ma Destro incide poco e in assoluto pesano di nuovo gli sprechi al momento di finalizzare. I giallorossi pagano la prima gaffe del maychche coinvolge tre trifensori. Bastos sbaglia il tempo di uscita su Maggio che può andare al cross come fosse in allenamento a Castelvolturno. Benatia, coperto da Higuain, non salta e Callejon, in solitudine, segna di testa (33′), con Torosidis che se lo perde. Ljajic prova subito a replicare: destro centrale.

BLACK OUT IMPROVVISO Il Napoli, dopol’intervallo, intre minuti blinda il successo. De Sanctis salva suCallejon e Torosidis salva in angolo. Dal corner dello stesso Callejon, spizzatadi Jorginho e colpo di testa vincente di Higuain che rende inutile la marcatura di Torosidis, incaricato da Garcia di prendere l’argentino sulle palle inattive: 2 a 0 e ancora fragili nel gioco aereo (3′). Il grecopagailsecondo errore: sostituito. Tocca a Maicon. Che entra in tempo per vedere Jorginho calare il tris su imbucata di Mertens: il centrocampista, tenuto in gioco da Bastos, infila De Sanctis con tocco leggero (6′). Per tornare in partita ecco Florenzi per Ljajic e, dopo un’ora, Totti per Pjanic. Il capitano, nel 4-2-3-1, si piazza dietro aDestro che, prima dell’ingresso del compagno, di testa scheggia il palo su cross di Maicon. La Roma rallenta, si rende conto di essere fuori. Cresce, però, il nervosismo.Strootman lascia icompagni in dieci: espulso per applauso in faccia a Rocchi. Escono pure Hamsik, Higuain e Jorginho, ma per la standing ovation che Benitez regala a tre grandi protagonisti di questa seconda semifinale.

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