(M. Macedonio) «Grottesca». Definisce così la situazione che si è venuta a creare con il provvedimento di chiusura delle curve, il dg della Roma Mauro Baldissoni. «È difficile anche commentarla – spiega ai microfoni di Sky nel prepartita della gara con la Samp. – C’è una norma non definita, esistente dal ’94, ma mai applicata. E ritenuta discutibile anche da Michel Platini. Una norma che si è rivelata incoerente perché puni- sce in maniera quasi incomprensibile». Appare chiaro, dalle parole del direttore generale giallorosso, come la bocciatura del ricorso da parte dell’Alta Corte di Giustizia del Coni rappresenti una ferita, a fronte degli sforzi che l’attuale dirigenza ha messo in campo per combattere ogni forma di violenza e di illegalità.
«Dico questo – aggiunge infatti – con la fierezza di una società che ha dimostrato di prendere posizioni anche forti quando si è trattato di discriminazioni razziali. Una società che ha preso iniziative che costano anche denaro, come il Sole Cuore Village per le famiglie». Un protesta civile nei modi, la sua, quanto ferma e decisa nei toni. E il cui messaggio non può non arrivare a chi di dovere. «Noi non facciamo mai polemiche – chiarisce ancora Baldissoni, che fino all’ultimo, anche in funzione dell’ordine pubblico, aveva provato a ricercare una soluzione per gli abbonati (bocciata però dalla Prefettura, ndr). – Ma con lo stesso stile non urlato, pretendiamo delle risposte urgenti, perché è evidente che gestire qualcosa di così complesso, che coinvolge decine di migliaia di persone, è possibile solo se si è credibili, e in questo momento non lo siamo».
Il prossimo passo sarà, martedì alle 16, l’audizione delle parti per l’esame dell’istanza, con riserva di eventuali provvedimenti cautelari. «Parleremo con il presidente Frattini e con tutta l’Alta Corte, anche di aspetti procedurali, perché il giudice di primo grado non motiva. Vediamo se qualcuno riuscirà ad entrare nel merito, dandoci delle motivazioni». La cui mancanza, per il momento, ha ottenuto l’effetto di ricompattare il resto dello stadio, che ieri sera – in un clima quasi surreale (appena 5.735 i biglietti venduti, mentre il dato fornito sugli abbonati faceva riferimento al numero complessivo, vicino ai 24 mila, e non a quello di chi era realmente all’Olimpico, ndr) – ha solidarizzato con chi non c’era, cercando di sup- plire all’assenza di quel sostegno che solo la Sud è capace di dare. Ne sono un segno gli striscioni dei Roma club in tribuna Tevere, esposti a testa in giù e con la scritta a rovescio. E i cori, anche se accanto a quelli di incitamento alla squadra per tutti i novanta minuti, non sono mancati – a conferma di come il provvedimento non serva nemmeno come deterrente – quelli intonati dal settore dei Distinti Sud con le ben note espressioni anti-Napoli, a cominciare dall’invocazione al Vesuvio… Una prote- sta, del resto, che aveva già avuto una prima manife- stazione con quanto comparso su un muro nei pressi degli uffici del Coni: “Meglio una curva vuota che una curva ammaestrata” diceva la scritta. E anche questo, se non è un messaggio chiaro..