(D. Giannini) – Il futuro è suo, lo è sempre stato, nessuno lo ha mai messo in dubbio. La novità semmai è che Mattia Destro si è preso anche il presente. Ma forse anche questa è una novità solo per chi non ha avuto la pazienza di guardare con attenzione le sue qualità e i suoi numeri di questa stagione. Che da domenica sera sono ancora più eclatanti: 6 gol in 9 presenze, uno ogni 75 minuti giocati. Numeri da bomber di razza, numeri da bomber da grande squadra.
Il tutto al termine di una settimana complicata per lui. Dopo l’eliminazione in Coppa gli erano piovute addosso parecchie critiche, si era parlato tanto della necessità della Roma di trovare un attaccante da 20 gol a stagione. Lui, Mattia, ha risposto sul campo, con quello che sa fare meglio, segnando. Una bella dimostrazione di carattere e di tecnica. Nei due gol alla Samp c’è parecchio del repertorio dell’attaccante moderno. C’è il fisico, c’è il colpo di testa, c’è la capacità di colpire in controtempo e prendere l’angolino. E uno! Nella seconda rete c’è invece il movimento giusto, c’è lo stop, c’è la protezione della palla e la potenza. C’è quella cattiveria, c’è la voglia di spaccare la porta che i romanisti gli chiedono e che forse qualche volta è mancata.
Normale per un ragazzo di 22 anni (ne farà 23 il 20 marzo), per il quale l’impatto con la grande ribalta non è stato facile. Il primo anno cominciato con la smania di segnare a tutti i costi, perché era il grande acquisto, perché c’erano tante aspettative, perché c’era Zeman e gli attaccanti con lui non possono non segnare. Poi il primo gol, la maglia tirata su un po’ troppo e la doccia fredda di dover saltare il derby. Poi, quando le cose si stavano mettendo a posto, l’infortunio che lo ha tenuto fuori per un’eternità. L’estate e l’autunno a vedere la Roma che diventava una grande squadra e lui costretto a fare da spettatore. Poi però il suo secondo inizio è stato come avrebbe dovuto essere il primo. Tanti gol che non erano bastati a cancellare le perplessità di qualcuno. Fino a domenica sera. Fino a quei due gol che hanno detto all’italia che la Roma resterà in corsa per lo scudetto fino alla fine e che hanno detto a tutti che il centravanti da 20 gol a stagione la Roma già ce l’ha in casa.
Lo aveva detto Garcia a botta calda, nel dopo partita a chi gli chiedeva del dibattito che si era creato in settimana su Destro («I dibattiti inutili li lascio a chi parla di questo. Destro è un giocatore molto importante di questa rosa e ha fatto 6 gol dall’inizio della stagione, che per lui è stato a dicembre. Mattia è un grande e vero centravanti»). Ieri il concetto e la fiducia in Mattia da parte di tutta la squadra l’ha ribadita anche De Sanctis: «La Roma non ha un bomber unico, è vero, ma forse perché Destro non ha giocato dall’inizio». E lui? Destro lo ha detto senza esitazioni: «Per me la cosa più importante, oltre alla vittoria, è il gol. E quando non ci riesco mi dispiace. E’ stata un’esultanza di rabbia dopo il gol sbagliato a Napoli, ci tenevo a farlo subito». L’ha fatto, anzi ne ha fatti due, in totale sei in nove presenze, capocannoniere della Roma. Il presente dice Destro, il futuro pure. Il futuro è già iniziato.