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IL ROMANISTA E gli “espulsi” vanno al Dall’Ara

Curva Sud

(D. Galli) – Siccome hanno bandito il calcio dall’Olimpico, i romanisti vanno altrove. Al Dall’Ara, per la precisione. I biglietti di Bologna- Roma sono praticamente terminati, ieri sera ne restavano una cinquantina scarsi. Per il settore ospiti ne sono stati acquistati 2450 circa. Su 2500 disponibili. Hanno cacciato le Curve dal tempio e le Curve ci rientrano dalla porta secondaria. Alla prima trasferta rieccoli là, i romanisti. Per quei pochissimi fortunati che stamattina riuscissero a trovare ancora un tagliando, li vendono nelle ricevitorie Lis Lottomatica (www.listicket.com), costano 20 euro più diritti di prevendita.

Impossibile prevedere altri cori di protesta, perché non esistono piani, non c’è alcun disegno dietro larghissime e stracondivise forme di lotta come quella di Roma-Samp. Chi domani seguirà la Roma in trasferta, seguirà la Roma in trasferta e basta, canterà se vorrà, canterà quello che vorrà senza dover rendere conto a nessuno. Perché la tifoseria romanista è libera da schemi, è libera in assoluto, canta per la maglia, canta perché se lo sente e non perché qualcuno glielo impone. Se sfottò ci saranno, saranno comunque sempre e solo contro il tentativo assurdo di imporre dall’alto degli abiti da sera che non sono mai stati indossati e mai si indosseranno negli stadi, nelle piazze del calcio. Grandi o piccole che siano.

L’abominio giuridico della discriminazione made in Italy (la terra dei Comuni, dei campanili) ha partorito comunque altri mostri. Ha acuito ancora di più la differenza di mentalità tra due modi e mondi lontanissimi di intendere il tifo. La Roma non si sta limitando a osservare, è lì fuori, è in trincea, avanza a colpi di memorandum difensivi. E se da una parte cerca di proteggere i suoi tifosi da una norma ritenuta incoerente e ottusa, dall’altra vuole proteggere anche se stessa. Baldissoni e Totti hanno detto le stesse cose. O meglio, hanno espresso un identico concetto. «È una norma discutibile – sono le parole del Capitano – e spesso anche noi siamo vittime di cori e di ingiurie, ma ora tutti uniti per raggiungere i traguardi a cui noi, società, squadra e tifosi teniamo».

Tutti uniti. Tutti meno le Curve e i Distinti. Cioè quasi nessuno. Le Tribune – info di servizio – costano 75 euro in Tevere e 95 in Monte Mario, ma c’è sempre la possibilità di acquistare un biglietto per il settore famiglie. Quella con l’Inter potrebbe essere l’ultima partita senza il cuore della tifoseria romanista. Potrebbe. Perché non ci sono regole, non ci sono equazioni, nessuno può sapere cosa accadrà dopo, se certi cori si ripeteranno oppure no. Perché laggiù si canta liberi. Perché laggiù si vive liberi. E liberi laggiù resteranno.

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