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IL ROMANISTA Errori sotto porta ed esterni troppo limitati

Torosidis

(G. Caccamo) Pesante passivo e finale di Coppa svanita per la Roma al San Paolo questa sera: amaro finale per un percorso verso la finalissima che sembrava totalmente alla portata della squadra di Garcia. Esordio per Bastos nella linea difensiva romanista che opta per l’attacco su un tridente orfano di Totti presumibilmente per meglio arginare il prevedibile forcing iniziale partenopeo. Timoroso l’inizio del Napoli, che pur in fase offensiva lascia 4-5 uomini in retroguardia e che trova vigore e coraggio solo dopo il fallo da cartellino giallo rimediato da Benatia per fallo su Maertens. Se il Napoli sembra giocare le due fasi più sui nervi che sul gioco, la Roma alterna una buona fase difensiva ad una ottima propensione offensiva condita con almeno tre chiare occasioni da gol. Non concludono in rete i giallorossi le buone opportunità create e nell’unica vera palla-gol azzurra lasciano a Maggio libertà di cross e a Callejon l’assoluta solitudine per battere a rete. In definitiva un primo tempo che la Roma non doveva lasciare nel risultato agli avversari, in virtù di un gioco, di una facilità nell’arrivare a rete, di una manovra superiori.

Pessimo inizio della ripresa per una Roma che paga secondo noi la cattiva serata dei due esterni bassi, sovrastati per qualità e duttilità dai due giocatori di fascia napoletani. E’ un uno-due che lascia strascichi emotivi per tutto il secondo tempo e mina le certezze di gioco che pure nella non felice prima parte di gara la Roma si era costruita. Riesce poco ai giallorossi per tutti i secondi 45 minuti e sino al rosso di Strootman almeno qualcosa riesce a costruire: troppo poco e troppo occasionale. L’analisi finale della disfatta romanista non può prescindere da due semplici constatazioni che hanno rappresentato almeno stasera la vera costante negativa per tutta la partita; innanzitutto non si possono sprecare, specialmente all’interno di un match così importante, 3-4 palle gol nel primo tempo e almeno due nella ripresa; in seconda battuta restano evidenti in tutta la loro chiarezza i limiti tecnici e tattici dei due esterni di difesa schierati stasera da Garcia, surclassati, superati per qualità e sempre lunghi sulle ripartenze e sulle puntate degli attaccanti azzurri; punti deboli che quel volpone di Benitez si è preoccupato di attaccare per tutta la partita.

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