(D.Giannini) Più maturo, con più responsabilità, il centrocampista più offensivo. Semplicemente il più. Ovvero Miralem Pjanic, certamente un valore aggiunto, anche se non l’unico di questa Roma da favola.
L’uomo che ancora di più quando manca Totti può, deve e molto spesso riesce a fare la differenza. L’ha fatta sicuramente contro la Samp con il gol su punizione e non solo. E’ chiamato a farlo anche stasera contro il Bologna. Lui è pronto, forte di una consapevolezza che quando è arrivato a Roma ancora non aveva. Miralem si è raccontato al sito francese Goal. Una lunga intervista nella quale ha parlato di tante cose, a partire dall’immagine di un Pjanic in grande ascesa che si ha di lui in Francia: «Da quando è arrivato Rudi Garcia mi son potuto mettere più in evidenza, il mio gioco è diverso da quello visto a Lione. Sono più maturo ed ho più esperienza, ma è vero che lo stile di gioco mi rappresenta bene, conta molto sul centrocampo, ci affida l’organizzazione del gioco e non vuole mai che si scavalchi la linea mediana: per questo ho più responsabilità ».
Anche nel calciare le punizioni, compito da dividere con Totti: «Il mio rapporto con lui è veramente buono, se se la sente di tirare è perché sa di poter fare una bella conclusione, altrimenti non crea problemi se qualcuno vuol tirarla al posto suo. L’allenatore prima di ogni match indica i giocatori incaricati per i calci di punizione, è vero che quest’anno tiro più spesso calci piazzati migliori e fino adesso mi è andata bene». Nomina Garcia, Miralem. Lo fa spesso nel corso dell’intervista, testimonanza di un rapporto fortissimo tra i due: «Il nostro gioco è basato sul possesso di palla e sul fatto di controllare la partita. Io sono il più offensivo dei tre centrocampisti e Rudi Garcia mi dà parecchia libertà. Con De Rossi e Strootman ci capiamo molto bene e siamo abbastanza liberi nei nostri movimenti di costruzione. Garcia mi chiede di muovermi molto in modo da destabilizzare le linee avversarie, l’equilibrio fin qui è stato rispettato anche perché abbiamo fatto gli sforzi difensivi che ci ha richiesto il mister. Abbiamo subìto poche occasioni pericolose perché i centrocampisti fanno molto lavoro difensivo ed è quello che il tecnico ci chiede. In avanti, ho la totale libertà».
Libertà di esprimere il suo talento ma anche applicazione tattica e sacrificio. Insomma quello spirito che alla squadra nei due anni passati era mancato: «Quando l’allenatore ha firmato ha immediatamente capito dov’era arrivato. Ha subito parlato molto con i giocatori, per ridar loro fiducia, e questo è stato il suo primo compito. Successivamente, l’arrivo di giocatori di esperienza ci ha fatto bene perché ci hanno calmato molto e dato dei consigli. Questa squadra aveva veramente bisogno di cominciare bene la stagione, avevamo qualità tecniche anche lo scorso anno ma quest’anno, con questa buona partenza, abbiamo preso fiducia molto rapidamente». Ancora su Garcia: «In Francia ho giocato contro le sue squadre e assomigliavano a questa Roma. Il suo staff è molto importante, si lavora bene tutti insieme ed è veramente molto piacevole maturare all’interno di questa squadra. Si può fare ancora meglio e abbiamo un grande margine di miglioramento».
Può crescere tutta la Roma, quella stessa crescita che Pjanic ha iniziato da quando è arrivato in Italia: «Ho fiducia nelle mie qualità, so che devo fare ancora meglio in certe partite ma sono consapevole di essere più continuo. Ho giocato molti match in Serie A e adesso mi approccio in maniera molto diversa a questo tipo di partite. Adesso mi preparo meglio durante la settimana. Sono arrivato ad un’età nella quale voglio prendere più responsabilità. Sono più serio, voglio aiutare la mia squadra e quando vedo i risultati sono stimolato a fare ancora meglio». A farlo qui, in giallorosso, con Rudi Garcia. «Io e l’allenatore abbiamo parlato all’inizio della stagione, ci siamo compresi al volo e abbiamo deciso di lavorare insieme. Sentire la sua fiducia è per me indispensabile, crede nelle mie qualità e tiene molto al fatto che io stia bene qui. Sto veramente molto bene alla Roma, abbiamo un allenatore ambizioso, un gruppo ambizioso ed il club vuole vincere dei trofei». Insomma, tutti i presupposti per rimanere alla Roma: «Certamente. Vedremo. Le cose stanno andando bene, ma la stagione non è ancora finita, è ancora lunga e noi crediamo ancora in tutto ciò in cui è possibile credere. Faremo di tutto per concludere la stagione il più in alto possibile e non lasciare nulla per strada».