(T. Cagnucci) Adesso che le stelle se ne sono andate, adesso che la notte è buia, che il sogno più piccolo (ed era quello pure quello più grande) è svanito, adesso che gli altri ridono e sono contenti, e si sentono vittoriosi anche se non hanno nemmeno partecipato… è adesso che devi rispondere presente. Eccoci qua. Qui nessuno si tira indietro, neanche di un passo, neanche di niente, nemmeno di un metro: c’è tutta una vita per tifare la Roma. Adesso è già stamattina. E stamattina a tuo figlio gli devi rispiegare che cosa significa essere della Roma.
Come dopo quando glielo hai detto che avevi vinto la vittoria più bella, come dopo Roma- Juve: “Stavolta abbiamo perso amore mio, ma tu credici sempre, credici sempre e basta. È soprattutto adesso che si è della Roma”. Perché la Roma sono quei tifosi che hanno cantato in mezzo alle bombe carta, che appena finita la partita hanno applaudito quella maglia, quel colore, questa sconfitta amara e brutta e basta. È adesso che si deve rispondere presente. Loro lo sono stati, lo saranno sempre. Persone, poeti, non risultati. È questa la stella che conta, è quella che un giorno vincerai (un giorno sì, un giorno sì). Non finirà mai questo sentimento a papà. Io è adesso che “me ce accoccolo”, che mi ci innervo alla Roma, oggi, non nei momenti da record. Da stelle. Perché ci sono stelle e stelle. Cieli e cieli, orizzonti da scegliere. E lo puoi fare te, nessun altro. Tu scegli la stella più lontana, quella più bella. La stella sono tutte le stelle che sognerai. È adesso che si risponde presente, adesso, non quando si vince. È adesso, con la notte buia che bisogna stare più vicino alle cose che ami, persino a quelle che hai perso, perché un giorno le ritroverai tutte quante. E quando finalmente vinceremo ti mancheranno proprio questi momenti, quelli che adesso ti fanno male, quelli in cui hai imparato ad essere della Roma.