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IL TEMPO “Così falsano il campionato”

Paolo Cento

(M.Ciccognani) – «Rizzoli è stato perfetto, Gervasoni ha arbitrato bene. Bisogna darsi una calmata». Parole e musica di Stefano Braschi, ex direttore di gara e oggi designatore degli arbitri, in evidente contrasto con Montella e con tutti coloro che si agitano e protestano troppo e anche con chi vorrebbe la moviola in campo.

Se almeno Abete ha il pudore di riconoscere che l’ultima domenica è stata «una giornata non positiva per gli arbitri», Braschi mente sapendo di mentire quando elogia i suoi direttori di gara, soprattutto Rizzoli che non ha ammonito Vidal neppure per un «vaffa..», mentre a Braschi ricordiamo solo Inter-Parma del ’99, semifinale di Coppa Italia, quando nel giro di pochi minuti cacciò tre interisti (Bergomi, Colonnese e Zanetti) per aver protestato troppo vivacente nei suoi confronti. Quindi, con i suoi parametri, Vidal con Braschi durava la miseria di un nano secondo.

Ancora. Il rigore di Pirlo su El Kaddouri – dice Braschi – si è visto solo in tv, anche se le immagini trasmesse dal Processo di Biscardi dimostrano che l’episodio lo hanno visto bene almeno in tre, Rizzoli compreso che la settimana prima era stato oggetto di una feroce contestazione anche in Inghilterra. Ma guai a nominare alla premiata Braschi-Nicchi la parola moviola. Non ne vogliono sapere, anche se il presidente degli arbitri (Nicchi, ndr) per anni ne ha sostenuto la necessità quando commentava le azioni al Processo di Biscardi.

Oggi Braschi parla del 2% di errori commessi dai direttori di gara in questa stagione, quando la realtà è ben diversa e non chiama in causa solo la lotta tra Juve e Roma con i giallorossi fortemente penalizzari dalle decisioni dei direttori di gara, ma anche la Fiorentina (Napoli e Inter episodi chiave della stagione senza dimenticare il match di Parma di lunedì sera) e il Milan.

Sia ben chiara una cosa, nessuno ce l’ha con la Juventus che pure qualche torto lo ha subito, ma in partite non soggette a modifica di classifica in quanto vinte sul campo. Purtroppo non è colpa dei giornalisti se la maggior parte dei favori chiamano in causa proprio la squadra di Conte che con gli aiutini diventa imbattibile.

E allora la protesta finisce sul piano giuridico-parlamentare. A proporlo l’avv. Taormina e l’on. Cento. Per il noto legale diventa fondamentale «la Costituzione di un comitato nazionale per indurre federazione, Lega, Aia e Coni, ad un’azione di pressione sulla Fifa per la introduzione della moviola in campo e /o altri supporti tecnologici. Una Class action nei confronti della Federazione, l’introduzione della legge sulla frode sportiva su un’ipotesi di responsabilità per dolo o colpa grave dell’arbitro, ma soprattutto l’attribuzione del valore di atto pubblico al referto arbitrale per sanzionare omissioni o false rappresentazioni della realtà».

Paolo Cento non è da meno: «Oltre ai supporti tecnologici, ho chiesto che venga istituita una commissione d’indagine sul calcio per garantire trasparenza e regolarità del campionato, oltre a intervenire per regolamentare in maniera più utile all’ordine pubblico le norme, come quelle previste nella lotta contro il razzismo. In questo quadro va cancellata la disposizione sulla cosiddetta discriminazione territoriale che non ha riscontro in Europa, penalizza i tifosi e le società».

Insomma, il dado è tratto, il sasso lanciato. Il 1° marzo l’International Board della Fifa valuerà anche questa situazione, ma intanto a casa nostra qualcosa si muove. Perché sia chiaro che la moviola non la vuole Biscardi che pure la invoca da anni, o Cento e Taormina. La moviola la dovrebbero pretenderla le società per essere maggiormente tutelate, per non vanificare i loro investimenti.

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