(A. Austini) – Il lamento romanista del post-derby è: «Ci manca un bomber». Perché quando attacchi 90 minuti e non segni, ti viene sempre la nostalgia di un grande numero 9. Un Batistuta o un Montella, un Tevez o un Higuain se si vuole guardare all’erba del vicino. È l’altro lato della medaglia di Garcia, comunque soddisfatto di avere a disposizione la cooperativa del gol più larga della serie A con 14 marcatori diversi. Ma non sembra un caso che ieri abbia fatto allenare la squadra sulle finalizzazioni.
Nella Roma la buttano dentro più o meno tutti a turno e non c’è quel giocatore che riesce a farlo con costanza. La classifica cannonieri lo dice chiaramente: nessun giallorosso in doppia cifra dopo 22 partite, Gervinho guida la graduatoria interna con 6 reti in campionato più due preziosissimi sigilli in Coppa Italia. Non una sorpresa ma una conseguenza delle scelte di Garcia. Totti resta il titolare al centro dell’attacco, lui che non è mai stato un vero centravanti e ora sta cercando di ritrovare la migliore condizione. Un «9» da affiancargli ci sarebbe, Destro, ma nello schema di Garcia basato sugli esterni d’attacco i due non possono coesistere se non in particolari situazione come Roma-Catania. Dopo un lunghissimo stop e un rientro a suon di gol, il giovane marchigiano sta trovando meno spazio nelle ultime partite: panchina con il Parma nella gara sospesa, idem in Coppa con il Napoli e di nuovo nel derby. Ma domani al San Paolo ci sarà lui dall’inizio. E se contro i ducali si fosse giocata la partita di campionato, probabilmente Garcia lo avrebbe schierato anche nella semifinale d’andata, alternandolo con il capitano.
Ora tocca di nuovo a Destro in una gara che vale la finale. Uno stimolo e una grande responsabilità: vederlo correre ieri da solo sotto la pioggia, mentre i compagni erano ancora in palestra, è l’immagine simbolica del suo momento. Destro, ovviamente, vorrebbe giocare di più e accusa il peso di dover sostituire (o sfidare) il romanista più importante di sempre. Il tempo è il suo alleato: l’anno prossimo, si spera, ci saranno gli impegni europei. A prescindere da questo, il futuro è tutto suo, visto che stiamo sempre parlando di un classe ’91. La Roma punta su di lui, Sabatini non ha dubbi. Infatti non sta cercando nessun centravanti di spessore per la prossima stagione: salvo cambi di strategia, l’investimento «pesante» sarà fatto su un altro attaccante esterno. Come Iturbe, o come Cerci. Si vedrà, intanto la Roma vuole giocarsi le sue chance nel presente. Se possibile su due fronti. Domani a Napoli dovrebbe rientrare anche Ljajic al posto di Florenzi, centrocampo e difesa invariate, a patto che i colpi ricevuti da Maicon e Benatia con la Lazio non lascino lunghi strascichi. Oggi rifinitura, si parte direttamente domani in treno. Un blitz per la Coppa.