(E. Menghi) – Ѐ un Pjanic responsabilizzato, cresciuto non soltanto sul piano calcistico, ma anche mentale, quello che ha fatto innamorare subito di sé Garcia e che si racconta in Francia, dopo i sei mesi forse più brillanti della sua carriera: «Io e Rudi abbiamo parlato all’inizio della stagione, ci siamo compresi al volo e abbiamo deciso di lavorare insieme. Sentire la sua fiducia è per me indispensabile, crede nelle mie qualità e tiene molto al fatto che io stia bene qui. Sto veramente molto bene alla Roma, abbiamo un allenatore ambizioso, un gruppo ambizioso ed il club vuole vincere dei trofei. Da quando è arrivato Garcia, mi sono potuto mettere più in evidenza, il mio gioco è diverso da quello visto a Lione. Sono più maturo ed ho più esperienza. Il nostro gioco è basato sul possesso palla e sul fatto di controllare la partita. Io sono il più offensivo dei tre centrocampisti e il mister mi dà parecchia libertà. Con De Rossi e Strootman ci capiamo molto bene. Garcia mi chiede di muovermi molto, in modo da destabilizzare le linee avversarie. L’equilibrio fin qui è stato rispettato, anche perché abbiamo fatto gli sforzi difensivi che ci ha richiesto il mister».
I complimenti per il tecnico francese sono sinceri, è lui che l’ha tenuto a Roma e che spera di riuscire a convincerlo a restare ancora, nonostante le sirene del Psg: «Quando l’allenatore ha firmato ha immediatamente capito dov’era arrivato. Ha subito parlato molto con i giocatori, per ridar loro fiducia, e questo è stato il suo primo compito. Successivamente, l’arrivo di giocatori di esperienza ci ha fatto bene, perché ci hanno calmato molto e dato dei consigli. Questa squadra aveva veramente bisogno di cominciare bene la stagione, avevamo qualità tecniche anche lo scorso anno, ma quest’anno, con questa buona partenza, abbiamo preso fiducia molto rapidamente». Quello che serviva per tornare a credere nei propri mezzi. «In Francia – ha spiegato Miralem a Goal.com – ho giocato contro le sue squadre e assomigliavano a questa Roma. Il suo staff è molto importante, si lavora bene tutti insieme ed è veramente molto piacevole maturare all’interno di questa squadra. Si può fare ancora meglio e abbiamo un grande margine di miglioramento».
Anche se fare più di così sembra una missione difficile, visto che i giallorossi hanno perso soltanto una partita in 24 giornate di campionato. Pjanic, però, sente di poter raggiungere livelli più alti e si riferisce a se stesso in primis: «Ho fiducia nelle mie qualità, so che devo fare ancora meglio in certe partite, ma sono consapevole di essere più continuo. Ho giocato molti match in Serie A e adesso mi approccio in maniera molto diversa a questo tipo di partite». Ogni tanto riesce a «rubare» le punizioni a Totti e magari anche a segnare da lì, come con il Napoli o la Sampdoria: «Il mio rapporto con Francesco è veramente buono, se se la sente di tirare è perché sa di poter fare una bella conclusione, altrimenti non crea problemi se qualcuno vuol tirarla al posto suo. L’allenatore prima di ogni match indica i giocatori incaricati per i calci di punizione. Finora mi è andata bene». La fortuna c’entra poco con i piedi prelibati. Rispetto ai tempi del Lione, Miralem si sente più sicuro: «Adesso mi preparo meglio durante la settimana. Sono arrivato ad un’età nella quale voglio prendere più responsabilità. Sono più serio, voglio aiutare la mia squadra e quando vedo i risultati sono stimolato a fare ancora meglio». I risultati stanno arrivando, ma la Juventus resta lontana. Lui, però, non ha smesso di pensare allo scudetto: «Le cose stanno andando bene, ma la stagione non è ancora finita e noi crediamo ancora in tutto ciò in cui è possibile credere. Faremo di tutto per concludere la stagione il più in alto possibile e non lasciare nulla per strada». Mano nella mano con Garcia, almeno per ora.