Le smentite di rito non bastano più. Contano i fatti. E la FIGC forte delle proverbiali capacità diplomatiche alimenta il dialogo con Alberto Zaccheroni per la successione alla guida della Nazionale maggiore di Cesare Prandelli.Un dialogo senza i crismi della fretta, ma certamente accelerato in vista poi degli impegni più serrati da entrambe le parti per il Mondiale brasiliano del giugno prossimo: insomma, l’attuale CT del Giappone è a tutti gli effetti il grande favorito per la prossima conduzione/gestione azzurra.
Esistono però dei paletti che rendono l’idea di ciò che sta davvero avvenendo tra Zac e Abete (ed emissari vari, tra cui principalmente Demetrio Albertini, suo grande sponsor in Federazione): al vaglio ci sarebbe l’ipotesi di un incarico su scala biennale in vista dei prossimi Campionati Europei che si disputeranno in Francia, perché per il nuovo Mondiale russo del 2018 si penserebbe a un profilo di grande statura alla Conte, alla Mancini, alla Ancelotti a seconda di quale piega prenderanno gli eventi nei loro milionari rapporti con i club.
Per Zaccheroni ci sarebbe pronto quindi un contratto di due anni a 1,8 milioni all’anno, secondo le ultime indiscrezioni. O per lo meno questa è la base su cui si ragiona. Il vero ostacolo sarebbe una clausola che l’ex allenatore scudettato con il Milan, il quale chiederebbe comunque un minimo di garanzia sul biennio successivo (una sorta di 2+2) in caso di piazzamento agli Europei, verosimilmente di fronte a un accesso alle semifinali e quindi ai primi quattro posti continentali.
Può dunque essere questa la chiave, anche perché la fretta non c’è, ma neppure l’intenzione di arrivare fino a maggio prima di decidere visto che lo stesso Zaccheroni sta prendendo tempo con la federazione nipponica prima di firmare un eventuale rinnovo che gli è stato già proposto a più riprese.