(F. Ferrazza) Arrabbiato in campo, arrabbiato fuori. I numeri da record della difesa romanista hanno la faccia perennemente senza sorriso di Mehdi Benatia, leader innato, roccia stracarica di personalità, terzo capitano nelle gerarchie interne, sulle spalle del quale poggia il carattere della Roma che ancora insegue la Juve. «Abbiamo vinto col Bologna ma non è stato tutto perfetto, dobbiamo essere più cattivi e ci sono state delle imperfezioni di cui dovremo parlare nello spogliatoio».
La critica del marocchino al termine della gara di sabato, ribadita ieri in un tweet piuttosto nervoso. «Abbiamo vinto una partita importante anche se non siamo stati perfetti». Benatia si è molto arrabbiato con la stampa, che ha interpretato il suo perfezionismo nel bacchettare e confrontarsi con i compagni, in particolare conNainggolan, autore del gol- vittoria, come una discussione accesa. «È assurdo e vergognoso che la gente pensi questo. È totalmente falso e anzi faccio i complimenti a Radja per il suo primo gol con la Roma».
Caratteraccio o meno, Benatia (ieri a Udine per salutare la sua ex squadra) è alla base della rinascita romanista, soprattutto nei numeri di una difesa che continua a sfornare cifre da record. I giallorossi non hanno preso gol in 16 gare come nessun’altra big in Europa. Si può poi aggiungere un altro dato significativo: con undici reti subite, la Roma ha la miglior difesa in campionato, la seconda in Europa, alle spalle solamente del Bayern Monaco, che ne ha finora prese nove (con tre gare in meno). Il muro davanti a De Sanctis parte dal centrocampo, grazie al lavoro di Garcia e di giocatori di personalità, maniacali nei movimenti e nell’attenzione ai dettagli.
Sabato all’Olimpico arriverà l’Inter, domani si saprà se l’Alta Corte del Coni confermerà la chiusure delle curve o meno. A Bologna i circa 2500 presenti nel settore ospiti hanno nuovamente intonato il coro contro Napoli, difficile quindi che si possano riaprire i due settori.