(R. Buffoni) Il senso di questo derby sta tutto nell’ultimo istante: nel din-don dei tabelloni, annuncio della rimonta veronese da 0-2 a 2-2 sulla Juve, che quasi si sovrappone al triplice fischio di Orsato. Mani in testa per la Roma, che poteva risalire a -7 dai bianconeri (e con il match col Parma da recuperare); braccia alzate per la Lazio, felice per aver fermato (dopo la Juve) anche i giallorossi. Gongola Reja, ancora imbattuto in questa sua seconda vita biancoceleste: «Sì, alla vigilia avrei firmato per il pareggio. Abbiamo fatto una grande partita contro una squadra di gran valore. La Roma in effetti ci ha schiacciato, ma noi non abbiamo corso grandi rischi». Gongola Lotito, che da questo 0-0 spera di riconquistare campo rispetto ai tifosi ancora inferociti per la cessione di Hernanes: «La Lazio può giocare alla pari con tutti. È stata una partita aperta e il risultato credo rispecchi quanto visto in campo». E Garcia? Il tecnico della Roma si sforza di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Questo è un punto preso fuori casa e la Juve non ha vinto, dando più valore al nostro 3-1 al Bentegodi ». Però poi il francese ammette: «Per vincere bisogna essere migliori nell’ultimo passaggio, e questo è mancato. Bisogna essere più determinati davanti alla porta».
La doccia, però, non spegne la polemica tra i due tecnici, cominciata dallo: «Speriamo che si facciano male» detto da Reja prima di Roma-Napoli di Coppa e proseguita dal: «Se dice così in pubblico cosa dirà negli spogliatoi? Di spezzarci le gambe? » insinuato da Garcia alla vigilia. Tra i due non c’è stata la consueta stretta di mano prima del via e, nel post-gara, Garcia ha rincarato: «Penso ciò che ho detto su Reja. La Lazio ha anche cercato lo scontro fisico, per intimidirci, ma non siamo caduti in questa trappola». Reja si è difeso: «Mi sono già scusato. Detto ciò il mio curriculum comprende dati e comportamenti e qualcuno ha un po’ esagerato». Più deciso il tackle di Lotito: «Reja non voleva offendere e ha chiesto scusa. Tornare sull’errore è sbagliato. Non bisogna strumentalizzare certe situazioni». La sfida non finiva senza gol da quasi 7 anni, dal 29 aprile del 2007 quando Delio Rossi e Spalletti preferirono non farsi del male. Ma lo zero di ieri è stato praticamente assoluto per la Lazio: 0 tiri in porta e 3 fuori (contro 4 su 14 dei giallorossi), con la metà del possesso palla (34%) rispetto alla Roma (66%). Un predominio nei numeri che lascia il tempo che trova in casa romanista e non fa altro che aumentare la goduria effetto-dispetto in quella laziale.