(L. Valdiserri) Non sarà stata la grande bellezza, come per l’Oscar di Paolo Sorrentino ricordato da uno striscione in curva, ma il Napoli si prende comunque la grande speranza (di rincorrere ancora il secondo posto). La notte che consegna lo scudetto alla Juventus, ora a +14, riapre i giochi per la qualificazione diretta alla Champions League. Decide un gol di Callejon, di testa come quello che segnò nella semifinale di Coppa Italia, al 36’ del secondo tempo, quando la Roma pensava di aver ormai portato a casa un pareggio più che meritato.
Nel primo, semmai, anche stretto ai giallorossi. È una sconfitta due volte amara per Garcia, perché la Roma perde anche Strootman: distorsione al ginocchio sinistro dopo 11’, oggi gli esami ma si teme un lungo stop. Disgustose le bottigliette lanciate dalla tribuna verso la macchinetta elettrica che trasportava fuori l’olandese. Con De Rossi fuori ancora due partite per squalifica a centrocampo sarà emergenza, anche se ieri Taddei ha ben giocato. Il Napoli deve sperare anche in questo. La consolazione per il tecnico francese è che il Napoli non ha ribaltato lo 0-2 dell’andata e, in caso di arrivo a pari punti, la Roma sarà ancora seconda. Come dire che i punti di vantaggio sono 4 e non 3, ricordando anche che il 2 aprile i giallorossi dovranno recuperare la partita contro il Parma. Il presente, però, dice che il Napoli doveva vincere e ha vinto. Il come, per una volta, è meno importante.
In una serata nera di Hamsik e anonima di Higuain (molto bravo Benatia sul centravanti argentino)è stato ancora una volta decisivo Callejon, al decimo gol in campionato, il quindicesimo stagionale. Un simbolo: l’uomo voluto fortemente da Benitez lo ha tolto dai guai nella serata che non dava prove di appello. Da qui alla fine del campionato sarà una volata tra Roma e Napoli: ieri è sembrata meglio la prima, ma è indubbio che adesso le assenze pesino e che sia necessario il ritorno di Totti per segnare quei gol che sono mancati ieri e contro l’Inter, una settimana fa. La Roma, schierato il 4-2- 3-1 come il Napoli perché non rischiava l’inferiorità numerica a centrocampo, ha sorpreso nelle scelte: Romagnoli confermato terzino sinistro, Destro in panchina e Gervinho da prima punta, davanti a Florenzi, Pjanic e Bastos. Una formazione veloce, per non dare punti di riferimento. Nel primo tempo ha funzionato bene, nel secondo meno. E l’inesperienza di Romagnoli si è vista in occasione del gol, quando ha perso Callejon in area su bel cross di Ghoulam. Altrettanto grave, però, è stata la palla persa in uscita da Maicon. Benitez ha sofferto le assenze di Behrami (ginocchio) e Jorginho (influenza): il centrocampo non è stato all’altezza ed è migliorato solo con l’ingresso di Henrique, teoricamente un difensore. Forse ancor più decisivo di Callejon è stato Reina, che ha salvato sullo 0-0 tre grandi occasioni: su Gervinho, Bastos e Maicon. È cronaca, però, che il secondo tempo del Napoli sia stato migliore del primo.
Si potrà molto discutere sulla scelta di Garcia di giocare senza centravanti, affidandosi a una squadra piena di centrocampisti. Lo sviluppo della gara gli ha dato ragione, ma non il risultato. Se si giudica solo con quello, per quanto importantissimo, il tecnico francese ha sbagliato. Altrimenti si può vedere in quello che ha fatto la Roma, controllando gran parte della gara, un’idea che può soltanto crescere. Come dice Julio Velasco, però, «chi vince festeggia e chi perde spiega». E ieri sera ha vinto il Napoli. Con tanti ringraziamenti del campionato che, se non per lo scudetto, resta interessante almeno per il secondo posto che garantisce subito i milioni della Champions League.