(G.Piacentini) – L’appuntamento è per questa mattina in Campidoglio, dove intorno alle 11 il sindaco Ignazio Marino farà gli onori di casa ai circa 400 invitati, ma soprattutto a James Pallotta. Sarà il presidente giallorosso, accompagnato dall’architetto Dan Meis e dal Ceo Italo Zanzi, a svelare al mondo – l’evento sarà visibile su Roma Channel per gli abbonati e su youtube solo per i residenti all’estero – il progetto del nuovo stadio della Roma.
«Mi aspetto qualcosa di avveniristico – le parole di Luca Pancalli, assessore allo Sport di Roma – e straordinario. Ci sarà presentato il progetto nella sua complessità, comprese tutte quelle opere che dovranno garantire l’equilibrio gestionale dell’impianto». Pallotta, in inglese (col traduttore simultaneo) presenterà forme – bozze del progetto girano da mesi ma conferme ufficiali non sono mai arrivate – e contenuti, dal nome fino alle caratteristiche tecniche. Quello che è certo è che sarà uno stadio a “misura di tifoso”, in cui basteranno uno smartphone o un tablet, ad esempio, per rivedere in tempo reale le azioni della partita oppure per vedere quello che succede su altri campi, cosa possibile oggi solo se si è abbonati alle pay tv. Allo studio anche la possibilità di vendere, come negli Stati Uniti, abbonamenti pluriennali non solo per i palchetti riservati (e più costosi) ma anche per i settori più popolari.
Tra tante voci favorevoli al progetto americano, però, ce n’è anche qualcuna contraria: l’architetto Massimiliano Fuksas intervenendo a “Un giorno da Pecora” ha sentenziato: «Lo stadio è brutto e di cattivo gusto, il progetto è orrendo». Chissà che ne pensa Pallotta, che ieri sera ha apprezzato la vittoria dei suoi calciatori, arrivata in extremis grazie al gol di Florenzi. «Provo tanta emozione – le parole dell’azzurro – perché sognavo di fare un gol sotto la Sud. Sono contento per Destro, è lui l’attaccante che ci serve. Io a volte sbaglio qualche gol di troppo e i tifosi mi rimproverano, spero di averli ripagati. Il secondo posto? Non è ancora nostro. Il Mondiale? È il mio sogno»