(L. Valdiserri) – Qui e ora. Conta solo questo. E questo vuole Rudi Garcia dalla Roma, impegnata oggi contro il Sassuolo in un lunch-match particolarmente anticipato perché, per via dell’ora legale, sarà come giocare alle 11.30(«Dobbiamo adattarci: con tutti i soldi che ci danno le tv…»). Tante, troppe parole sono state spese in questi ultimi giorni: la presentazione del progetto del nuovo stadio, la visita del presidente Pallotta, il contratto di Miralem Pjanic che scadrà a giugno 2015, il prolungamento del contratto di Garcia, il calciomercato che già si fa sentire, la ricerca costante di capri espiatori (prima Destro, ora Ljajic e Dodò) tra addetti ai lavori e una parte della tifoseria.«Non abbiamo raggiunto nulla – è il mantra del tecnico francese -, siamo in lotta per andare in Champions League e faremo di tutto per centrarla direttamente».
Un concetto rafforzato quando gli domandano se, in serata, farà il tifo per il Napoli o per la Juve: «Mi auguro di vincere prima la mia partita, che non sarà facile, come dimostra la gara di andata, che tutti davano per vinta ancora prima di giocarla e poi è finita come sappiamo (1-1, con pareggio di Berardi al 94’; ndr). Se vinciamo, ogni risultato sarà positivo perché possiamo prendere punti alla Juve, al Napoli o a tutte e due».
Il futuro è lontano, i ruoli sono chiari: «Il mio lavoro è mantenere alta l’attenzione della squadra. Prima centriamo la Champions, poi avremo tutto il tempo di parlare con Sabatini e con il presidente. Per il mio contratto non c’è nessuna fretta. Pjanic distratto? Ci parlo spesso, non c’è nessun problema». Una traccia sul mercato, però, la lascia: «Vedremo insieme se è possibile prima tenere tutti i giocatori che abbiamo in rosa e poi migliorarla».
Difficile dire, adesso, se ci sarà ancora posto per Adem Ljajic. L’idea della società è tenere il serbo, del quale nessuno discute il talento, ma Garcia è della stessa idea? Le parole di ieri, ancora una volta, non sono state tenere con il giocatore, pur senza citarlo: «Tutti sono importanti, anche se c’è un attacco che ho deciso di far giocare da tre partite e che funziona bene. Quando entrano gli altri devono essere efficaci, come ha fatto Florenzi contro il Torino. È solo questo che conta, non chi gioca dall’inizio».
Detto che Gervinho è intoccabile e che Totti va gestito, sembrerebbe l’occasione buona per il serbo. Ma nelle ultime settimane il turnover offensivo è stato ridotto al minimo e Florenzi, con il suo gol e con i complimenti del mister, reclama una maglia da titolare.