(L.Valdiserri) Sa quanto conta Francesco Totti per la Roma. Un fatto di numeri (551 presenze e 233 gol, tutti con la stessa maglia) e di leadership sui compagni, che nessuna cifra può quantificare.
Però Rudi Garcia non è un tipo geloso e, a fine stagione, magari dopo aver festeggiato il secondo posto e l’accesso diretto alla Champions League, sarà pronto a «prestare» Francesco Totti a Cesare Prandelli. È presto per pensare al Brasile, ma il discorso è diventato d’attualità dopo le ultime dichiarazioni del capitano giallorosso, che ha riaperto uno spiraglio per sé (e per Cassano) in vista del Mondiale. Garcia capisce il sogno di un‘ultima grande vetrina internazionale con la maglia azzurra, il fascino di uno stadio come il Maracanà. Ecco perché è pronto a essere il primo tifoso di Totti in nazionale, anche se questo vorrebbe dire un’estate di fatica e non di riposo, come sarebbe meglio per un calciatore che nel prossimo settembre compirà 38 anni, ma che resta fondamentale per le sorti della Roma.
«Cosa ne penso di un suo ritorno in nazionale? La risposta è semplice: mi piacerebbe tanto per il capitano. Se dovesse andare ai Mondiali sarebbe veramente una cosa bella, per lui e per la Roma. Ora, però, conta solo che giochi bene. Tutti hanno visto che, contro l’Udinese, non solo è ritornato a giocare, ma lo ha fatto anche in grande forma fisica e mentale. Però solo Prandelli può decidere se portarlo o no in Brasile». E Garcia è l’unico che può decidere chi gioca nella Roma. Per qualità non c’è dubbio che Totti dovrebbe giocare sempre, ma come fare con cinque partite in due settimane? «La voglia di giocare ce l’ha sempre, valuteremo con lui. Non è una novità se dico che non può giocare per cinque volte di fila in quindici giorni e per tutti i novanta minuti. So che c’è il turno infrasettimanale, ma ce ne occuperemo dopo. Per ora importa soltanto vincere contro il Chievo».
Possibile una staffetta con Destro. Di sicuro, partirà ancora titolare Gervinho. Per Garcia è un punto fermo: «Per un attaccante vuole dire tanto fare un gol, un assist o partecipare all’azione vincente: Gervinho lo ha fatto. Dobbiamo vedere anche il profilo del giocatore. Se ho la fortuna di avere due giocatori simili, posso fare delle scelte. Quando ce n’è solo uno di questo profilo, è normale andare avanti così, se le cose funzionano. Bisogna fare attenzione anche alla condizione fisica, ma queste cose si vedono più giorno per giorno». Le gerarchie, insomma, sono chiare.