(A.Arzilli) All’inizio della protesta, la maxi contestazione dei 45 mila tifosi laziali contro il Sassuolo, il presidente Lotito si sedette nel suo scranno in tribuna accanto al presidente della Lega, Maurizio Beretta. Sotto i cori della curva Nord fu una specie di messaggio ai naviganti: «Il palazzo è con me».
Tesi ribadita giovedì all’uscita dalla Lumsa, poco dopo la gaffe sull’esodo dei giocatori più importanti a causa di un clima inquinato dai fischi dei tifosi, e guarda caso appoggiata ieri dalla Lega in un comunicato che sembra cucito su misura sull’attualità della Lazio.
Nel senso: Beretta scrive, ma il «ghost writer» sembra proprio Lotito. La nota denuncia «la gravissima violazione dei diritti delle società sportive che viene attuata da alcune tifoserie, le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà “morale”, pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori. (…) Alcune società sono sottoposte ad una vera e propria aggressione, non solo morale, che incide sulla serenità dell’ambiente e sulla capacità di generare risorse da reinvestire negli stessi club: e questo avviene, ad esempio, con azioni di boicottaggio delle presenze o con l’esibizione di cori e striscioni al solo fine di provocare sanzioni a danno delle società».
Manca il riferimento diretto alla tifoseria laziale, ma forse non è nemmeno necessario: infatti sui social d’ispirazione biancoceleste si è subito scatenata la bufera. Perché, ad oggi, il «boicottaggio delle presenze» lo ha conosciuto solo la Lazio, una presa di posizione che la Nord porterà fino in fondo alla stagione dopo aver invitato all’adesione anche le componenti più moderate della tifoseria.
Cori e striscioni provocatori, invece, appartengono a tutte le curve, ma fa riflettere il fatto che la Lega abbia deciso di uscire allo scoperto a pochi giorni dalla polemica per le domande «scottanti» vietate ai supporter laziali dalla Questura.
«In questo quadro la Lega invita le Autorità preposte a difendere l’autonomia ed il prestigio dei club sportivi e a contrastare con decisione gli attacchi organizzati che assumano forme degenerate e inaccettabili – chiude la nota – La Lega si dichiara pronta ad intervenire in tutte le occasioni in cui dovessero essere reiterati episodi o comportamenti come quelli accaduti in queste settimane in alcuni stadi. Questo al fine di tutelare, con ogni mezzo e in ogni sede, i diritti primari delle proprie associate che sono impegnate – e investono ingenti risorse – per la realizzazione del massimo campionato nazionale nell’interesse del calcio italiano e dei veri appassionati». Però finora la protesta laziale è stata sempre civile, durissima ma urbana: anche così è inaccettabile?