(G. Piacentini) – E’ ripartito ieri sera per gli Stati Uniti, con la consapevolezza di aver scritto una pagina importante della storia della Roma. La presentazione del nuovo stadio è finora il fiore all’occhiello della presidenza di James Pallotta. «I tifosi – le sue parole a Sky – hanno grande passione, era necessario avere un nuovo stadio. Spero che il nostro progetto possa ispirarne di nuovi, è un aspetto fondamentale se vogliamo tornare a competere ai massimi livelli nel mondo. La finale dei sogni in Champions League? Contro la Juventus, sarebbe fantastico».
Una delle sue missioni era il rinnovo di Garcia. «Ne abbiamo parlato ma Rudi non ha fretta e noi siamo pronti a sederci con lui in qualsiasi momento. Non vedo motivi per cui non debba rimanere molto a lungo. Noi lo vogliamo, lui pensa solo ad allenare, a vincere e a portarci in Champions League, non al contratto». Sugli arbitri. «Credo che sia un lavoro molto difficile, poi a volte i calciatori sono degli attori incredibili. Non sono sicuro che i replay e la tecnologia possano funzionare, magari possono essere utili per vedere i gol. Andrebbero sperimentati nelle amichevoli». Il nuovo stadio della Roma, secondo Pallotta, aiuterà a combattere il problema del razzismo nel calcio. «Il razzismo deve essere eliminato, cancellato. Bisogna identificare i veri colpevoli e impedire loro di mettere piede allo stadio. Vanno squalificate le persone, non i settori, non si possono punire tutti a prescindere. Tutto questo è molto semplice. La tecnologia che introdurremo nel nuovo stadio servirà per garantire la sicurezza alle famiglie. I 14 mila della Curva Sud devono essere liberi di divertirsi, il loro modo unico di tifare rappresenta un grande vantaggio per noi, ma ci deve essere un limite ».
Totti e De Rossi rappresentano la storia. «Sarebbe fantastico poter replicare giocatori come loro e Florenzi. Quando Totti smetterà ritireremo la maglia, non ci sono dubbi. Sarà una cosa di un mese e non di pochi minuti». Pallotta poi fa chiarezza sulla vicenda Soros. «Si era interessato alla Roma circa 7 anni fa. La trattativa si è interrotta il giorno prima di firmare l’accordo, alcuni avvocati che partecipavano alla trattativa hanno cercato di cambiare le condizioni all’ultimo momento, così il gruppo di Soros ha fatto saltare tutto rinunciando all’affare».