(G. Piacentini) – Alla fine ha vinto la linea-Pallotta. La presentazione del nuovo stadio della Roma ci sarà il 26 marzo nella Protomoteca in Campidoglio, nonostante la concomitante visita nella Capitale del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ad annunciarlo, con un tweet dal suo profilo ufficiale, è stata la stessa società giallorossa dopo che ieri mattina il sindaco Ignazio Marino, intervenuto a Radio Radio, si era già espresso sulla questione.
«Non solo – le sue parole – tutto dovrà essere fatto a regola di legge, ma anche in tempi brevi. Io vorrei che nel 2016-2017 il campionato potesse utilizzare lo stadio della Roma. Non voglio opere che rimangano lì in costruzione per decenni e chiederò a Jim Pallotta che ci sia un impegno chiaro con un piano di lavoro che porti in due anni a completare l’opera». È più di una benedizione quella del primo cittadino, che si è sempre dimostrato favorevole alla realizzazione della nuova casa giallorossa, a patto però che siano mantenute le promesse sulla copertura dei costi (circa un miliardo di euro, totalmente a carico della proprietà americana) e sulla costruzione delle infrastrutture che dovranno accompagnare la nascita dello stadio a Tor di Valle.
Tre mesi dopo il primo incontro (lo scorso 9 dicembre) in cui i dirigenti gli avevano svelato in anteprima il nuovo progetto, sarà proprio Marino a fare gli onori di casa in Campidoglio al management romanista: sarà presente tutto lo stato maggiore della società, oltre all’architetto Dan Meis, realizzatore del progetto, e a James Pallotta che ne svelerà in prima persona tutti i dettagli. Sarà quella del presidente, insomma, la voce che farà da sottofondo alle immagini che scorreranno sullo schermo a partire dalle 11 e che saranno trasmesse anche in diretta su Roma Channel.
Sarà un avvenimento pure dal punto di vista mediatico: la società sta mettendo a punto una lista degli invitati che comprenderà i rappresentanti delle istituzioni sportive e non, con il presidente del Coni, il romanista Giovanni Malagò, in prima fila, oltre alle televisioni e alla carta stampata. Dovrebbero essere circa cinquecento le persone accreditate per quello che è considerato come un evento di portata storica. E proprio alla storia sembrerebbe ispirato – la conferma ci sarà solo il 26 – il progetto dello stadio (ultra tecnologico).
Un posto nella storia se lo ritaglierà senza dubbio James Pallotta, se riuscirà dove hanno fallito prima di lui Dino Viola e la famiglia Sensi: un primo passo importante, in attesa di farlo attraverso le vittorie sul campo.