(A. Catapano) Paulo Roberto Falcao, il Divino. Non avrebbe bisogno di presentazioni, il brasiliano è stato il giocatore simbolo della grande Roma di Liedholm e Dino Viola, che negli anni Ottanta rivaleggiò a lungo con la Juventus di Boniperti e Trapattoni. Campione d’Italia nel 1983, dal 2012 è nella hall of fame giallorossa.
1 Falcao, lei era tra gli ospiti d’onore alla presentazione del nuovo stadio della Roma. Le è piaciuto il progetto? «Molto. Se tutto andrà come ci è stato prospettato, sarà uno stadio moderno, funzionale e concepito in modo tale da sfruttare al meglio la grande passione dei tifosi della Roma. Pallotta ha detto bene: le tribune direttamente sul campo di gioco metteranno paura agli avversari».
2 In Brasile c’è una corsa contro il tempo per completare tutti i nuovi stadi in tempo per l’inizio del Mondiale. Qui, la Roma e l’amministrazione si sono impegnati a realizzarlo in due anni. Secondo lei ce la faranno? «Me lo auguro con tutto il cuore. Però vorrei sottolineare un altro aspetto di questa operazione: creerà tanti posti di lavoro, in un momento storico particolarmente difficile. Credo sia il merito più grande, finalmente qualcuno investe in un contesto in cui, da anni, si parla solo di tagli alle spese, licenziamenti, austerità. Una bella ripartenza, per usare un termine calcistico».
3 A proposito, che ne dice della Roma di Garcia? «Sta facendo un grande campionato, ma ha incontrato una Juve marziana. Mi piace il tecnico e mi piacciono tanti giocatori, soprattutto mi fanno ben sperare le potenzialità di questa squadra. Può aprire un ciclo».