(C.Zucchelli) Il compito più difficile della settimana Rudi Garcia lo ha svelato ieri: isolare la squadra «da tutto quello che si è detto in settimana», far lavorare i giocatori cercando di tenere fuori da Trigoria le polemiche sugli arbitri e quelle sui tifosi, stasera grandi assenti in un Olimpico che vedrà a disposizione dei romanisti soltanto le due tribune e il settore dedicato alle famiglie.
Ha provato a far concentrare la squadra chiedendo alla società, tra l’altro, di non concedere le interviste dei giocatori alla carta stampata. Garcia non voleva parole travisate o titoli forzati, voleva e vuole invece soltanto i tre punti stasera contro l’Inter: «Si è parlato troppo di arbitri e curve, e poco di calcio, ma noi dobbiamo pensare soltanto a vincere la partita, anche per chi non potrà essere allo stadio ».
Nuove regole All’Olimpico non ci saranno più di 20 mila spettatori e questo «ci renderà le cose più difficili. Ma contro la Sampdoria la situazione era la stessa e abbiamo vinto. Sul breve termine non è un problema ». E sul lungo? Garcia spera che la regola sulla discriminazione territoriale venga modificata, ma intanto «i tifosi devono adattarsi. Il problema di queste regole è che lasciano spazio all’interpretazione».
La moviola Nessuna interpretazione invece su quello che Garcia pensa della moviola i..n campo. In questi giorni ha invitato la squadra a non guardare quello che succede in casa Juventus, ma i calciatori hanno visto (e commentato) quello che è accaduto al derby di Torino. Quando gli viene chiesto se con la moviola in campo i punti di distacco con i bianconeri sarebbero gli stessi Garcia glissa, ma la tecnologia come aiuto all’arbitro è, per lui, fondamentale: «Sul piano economico un gol in più o in meno vale milioni e cambia molto, può decidere partite, classifiche e campionati. Nel 21° secolo la tecnologia può aiutare l’arbitro».
Meglio di Mou Il fatto che l’Inter non abbia un rigore da 27 giornate non lo preoccupa, il gioco dei nerazzurri invece sì «perché le squadre di Mazzarri sono efficaci. Ma conta di più il gioco della mia Roma». La sua Roma, intesa come società, prova a blindarlo: a fine stagione verrà discusso il rinnovo del contratto che scade nel 2015, nel frattempo gli viene dedicato il match program ufficiale in cui si valorizza il suo impatto nel calcio italiano. Prendendo in esame, dal 1929 a oggi, i tecnici stranieri che hanno debuttato in Italia, Garcia per ora batte tutti, Mourinho compreso: dopo 24 gare la sua Inter aveva 56 punti, la Roma ne ha uno in più.
Coppe e campioni A fine stagione i nerazzurri vinsero però lo scudetto, Totti e compagni ci proveranno. Al mensile «Le foot mondial» Garcia ammette che la Juventus «sta facendo un percorso incredibile, che potrebbe portarla a superare i 100 punti. Il campionato non dipende più da noi, il nostro obiettivo è continuare a fare punti perché il prossimo anno non vogliamo più vedere le coppe in tv. Poi, se la Juventus dovesse rallentare, faremmo ogni sforzo per raggiungerla. Perché il nostro cammino fin qui è stato eccellente, ma non ci ha ancora permesso di vincere qualcosa. E io — ribadisce — sono alla Roma per vincere». Sarà (anche) per questo che ancora non ha stappato la pregiata bottiglia di vino «Romanée Conti» regalatagli dal presidente Pallotta il giorno della firma con la Roma.