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GAZZETTA DELLO SPORT Meis assicura tutta Roma “Non finirà come la Vela”

Plastico nuovo stadio

(A.Pugliese/A.Catapano) «No, non ho paura di fare la stessa fine di Calatrava». Da questo punto di vista, è da apprezzare l’ottimismo di Dan Meis, che finora si è sempre trovato a lavorare in paesi (Usa, Inghilterra e Giappone su tutti) in cui la burocrazia non è così camaleontica come in Italia. Magari lo pensava anche Calatrava prima della famosa «Vela» di Tor Vergata, di certo se lo augura Giovanni Malagò, presidente del Coni. «Lo stadio della Roma? Un progetto ed un’opportunità interessante, spero che non resti solo una presentazione. Sul piano degli investimenti è tutto da vedere. Vorrei vederlo finito da presidente del Coni, altrimenti ci entrerò da tifoso».

TEMPI MIRACOLOSI  Insomma, la bellezza del progetto presentato ieri (e che ha segnato un’oscillazione positiva minima in Borsa, il +1,47%) non ha fugato tutti i dubbi. A cominciare dai tempi di realizzazione. «Il progetto è meraviglioso, ma in due anni mi sembra un miracolo», dice Antonello Venditti. Ed in effetti sembra proprio così, anche perché quello presentato ieri non è ancora quello definitivo («Ci sono molte cose su cui stiamo lavorando e che possiamo cambiare», ammette Meis). Il progetto finale dovrebbe arrivare sul tavolo del sindaco nei prossimi 20 giorni, poi partirà l’iter che prevede la valutazione e gli studi di fattibilità (entro 90 giorni dalla ricezione).

PARADISO L’entusiasmo di Meis va oltre, gli si legge negli occhi, traspare dalla sua voce. «Questo stadio sarà un paradiso rispetto all’Olimpico»,che poi ha spiegato alcuni dettagli importanti. A cominciare da un’altra vela, quella che «galleggia» esternamente all’impianto. «Per costruirla useremo le stesse cave utilizzate per costruire il Colosseo». Magari non saranno proprio le stesse, ma va bene così. L’importante sarà metterlo in sicurezza l’impianto, vista la vicinanza con l’ansa del fiume e la particolare connotazione del territorio (area golenale, a rischio esondazione). «Ed infatti lo stadio è rialzato non solo per permettere una bella vista, ma anche per garantirne la sicurezza», continua Meis. Che poi spiega come potrà produrre redditività 7 giorni su 7. «Ospiterà eventi, concerti, la particolare connotazione della Curva Sud consente anche di avere intrattenimenti con 14mila persone. E poi ci sarà l’anfiteatro, una scalinata da 5000 posti tipo Trinità dei Monti, di fronte all’area entertainment: negozi, store, ristoranti e spazi di aggregazione».

VIABILITA’ E allora il problema sarà solo arrivarci. Che poi, a conti fatti, sembra l’ostacolo più grande. «Abbiamo chiesto alla Roma di realizzare un prolungamento della linea B della metro fino a Tor di Valle, in modo che da Fiumicino, facendo scambio a Muratella, si possa arrivare direttamente all’Eur — dice l’assessore all’urbanistica di RomaGiovanni Caudo —. Poi un nuovo svincolo autostradale, un ponte sul Tevere per garantire l’accesso anche dalla Roma-Fiumicino ed i lavori sulle arterie di raccordo (via del Mare, ndr), tutte richieste che sono state accolte e che in quel quadrante renderanno migliore la viabilità». Caudo poi chiude fugando i dubbi di molti: «La legge sugli stadi non prevede residenze, l’equilibrio di bilancio sarà legato a funzioni integrative direzionali e commerciali». Ed allora si tratta solo di partire davvero, Marino aspetta il progetto definitivo…

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