(M. Cecchini) – La quarta rifondazione, stavolta, non costruirà sulle macerie. Dopo tre estati vissute sul filo dell’ansia (nella prima doveva consumarsi ancora il «closing» definitivo), infatti, la Roma americana può programmare la prossima stagione senza temere la pressione della piazza, visto che l’esito dell’annata, come si concluda, sarà senz’altro positiva.
AMERICANIZZAZIONE I primi tre anni non hanno certo concluso le novità. Infatti, nonostante la sede di rappresentanza stia per spostarsi da Trigoria al centro (quartiere Prati, in vantaggio sull’Eur), il processo di americanizzazione potrebbe accentuarsi. Oltre a Mark Pannes, braccio destro del presidente Pallotta e destinato a diventare «l’uomo dello stadio» della Roma, è in ascesa anche Sean Barror, nuovo «Chief Commercial Officer», anche lui uomo Raptor. Ma forse non finirà qui perché, oltre alla «spending review» (anche nella controllata Soccer tanti contratti sono in bilico), in occasione dell’arrivo a Roma lunedì del presidente per la presentazione del progetto stadio, avrà un colloquio anche con l’a.d. Claudio Fenucci, in scadenza di contratto e corteggiato anche da Milan e Lega di Serie A. Qualora non fosse trovato un accordo, è possibile che il suo posto verrà preso da un altro dirigente «made in Usa» che, sperano a Trigoria, entri presto in sintonia con la realtà italiana. Non è un mistero, ad esempio, che nella scorsa estate avevano sorpreso il management italiano i «desiderata» di avere 30.000 abbonamenti o un «main sponsor» da 10 milioni a stagione dopo una stagione flop.
TESORO MERCATO L’ingresso in Champions e il solito mercato «import-export», comunque, stavolta potrebbe regalare sorrisi. Dall’Inghilterra, infatti, torna a rimbalzare la voce di un prossimo assalto a Jovetic, uno dei pochi che Totti ha sempre definito uno dei pochi con le caratteristiche giuste per essere sue erede. Il montenegrino nel City fa fatica, il manager poi è lo stesso di Ljajic, ed ha ottimi rapporti con la Roma, cosicché potrebbe agevolare l’operazione favorendo il trasferimento del serbo (che fin qui non ha convinto) e magari lavorando sull’ingaggio dello stesso Jovetic, che ormai veleggia sopra i 4 milioni netti.
GARCIA & PJANIC Ma lo sbarco di Pallotta sarà anche l’occasione per stringere sulrinnovo di Pjanic (così, eventualmente, da venderlo bene in estate) e per mettere le basi del rinnovo di Garcia, vero protagonista della stagione e scelta precisa, come più volte sottolineato, dello stesso presidente. I titoli di coda li lasciamo volentieri a un bella iniziativa che andrà in scena oggi: per la prima volta la conferenza dell’allenatore sarà tradotta nel linguaggio dei segni. In un calcio italiano pieno di sordi (volontari), è senz’altro una bella novità.