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GAZZETTA DELLO SPORT Se c’è Totti c’è Roma

Totti

(R. Palombo) – Ritorna Totti, dice 233, le sue reti in carriera in campionato, affonda l’Udinese e scaccia i cattivi pensieri cui si poteva essere indotti causa discusso epilogo di Torino-Napoli. L’aggancio al secondo posto in classifica, senza contare gli 82 minuti da disputare il 2 aprile col Parma, dura soltanto uno spicchio di partita. Alla mezzora la Roma è sul 20 e non sarà più ripresa anche se gol (Pinzi, Torosidis e Basta dopo quelli di Totti e Destro), occasioni ed emozioni si succederanno fino alla fine tenendo in bilico un match divertente e assai spettacolare. Al di là di quelli che una buona Udinese fa correre alla rimaneggiata Roma, il vero brivido che passa lungo la schiena è quello che accompagna l’uscita dal campo di Totti, sostituito da Florenzi, al minuto 27’ del secondo tempo. Una standing ovation memorabile, degno sigillo alla partita dei vecchietti, che regala un match nel match tra Di Natale e De Sanctis. Lo vince il secondo con due parate sensazionali. Non ci fosse stato lui, oltre a Totti, la Roma questa partita non l’avrebbe portata a casa.

Roma ferita Il grave infortunio di Strootman toglie alla squadra chili e quantità. Taddei fa quel che può, ma non tiene i 90 minuti e il ritorno di De Rossi, ancora squalificato sabato col Chievo, diventa un’assoluta necessità. Senza l’olandese e capitan futuro, senza il lungodegente Balzaretti e l’altro squalificato Maicon, è una Roma più che ferita, quella che si consola col ritorno di Totti. L’altro, di ritorno, è quello di Dodò ma si rivelerà tanto per cambiare una mezza sciagura. È dalla sua parte che l’Udinese sarà sempre pericoloso.

Spettacolo e rischi Garcia schiera il 4-2-3-1, con Taddei e Nainggolan ben saldi di fronte alla linea difensiva, dando piena libertà ai quattro davanti, che partono in un modo (Destro-Pjanic-Gervinho dietro a Totti) ma finiscono sempre in un altro. Guidolin non dispone di Gabriel Silva e Bruno Fernandes, ma prova a disarcionare la Roma lontano dalla propria area. La scelta tattica cade su un intrigante quanto rischioso 3-5-1-1 (che diventerà 3-5-2 quando nella ripresa l’impalpabile Muriel sostituirà l’esausto Pinzi), con Widmer e Basta laterali assai alti, tanto da restare sempre in linea con la cerniera di metà campo formata da Badu, Pinzi e Allan, mentre Pereyra svaria alle spalle di Di Natale. La mossa produce una evidente superiorità numerica in mezzo al campo, che l’Udinese riesce anche a sfruttare facendosi spesso viva dalle parti di De Sanctis e collezionando corner. Ma là dietro succede che Heurtaux e soprattutto Danilo e Domizzi, assai poco agili, finiscono col restare troppo esposti. Si ha presto l’impressione, mentre l’Udinese fa la sua bella figura, che se Totti e Pjanic decollano e la manovra offensiva della Roma prende velocità, non ce n’è per nessuno. La partita, con tanto reciproco coraggio (e incoscienza), ci guadagna e resterà tale fino alla fine.

Gol d’autore Alla mezzora il 20 è servito, anche se i due miracoli che De Sanctis compie su Badu e su Di Natale che gli dà il cinque arrivano subito dopo i gol di Totti e Destro e con un altro portiere potrebbero significare 22. Sono due reti bellissime per costruzione e rapidità e dentro a entrambe, tanto per cambiare, c’è l’immortale Totti. Nella prima circostanza quale ripulitore dell’azione Gervinho-Pjanic-Gervinho che costringe il giovane e assai interessante Scuffet, già bravo su Benatia e Destro, alla smanacciata. Totti è lì, e chirurgico piazza il destro nell’angolo. Il 20 è da manuale del contropiede e ricorda molto la Roma al completo e irresistibile d’inizio stagione, la palla riconquistata, il lancio millimetrico di Totti, il lavoro finissimo di Gervinho e la diagonale di Destro che può così scartare Scuffet e infilare a porta vuota. Una sinfonia. Nella ripresa il gol a freddo di Pinzi, dopo una palla persa a metà campo da Totti, riporta in bilico il match. La Roma ha il fiato grosso e buon per i giallorossi che prima della rete di Basta in mischia che terrà tutto lo stadio sulle spine fino al fischio finale di Tagliavento, arriva il «gol della vita» di Torosidis. Un sinistrone da fuori area da un tipo che davvero non ti aspetti. La Roma ringrazia.

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