(C. Zucchelli) – “Torosidis? Non è un personaggio da copertina, ma quando lo chiami in causa c’è sempre”. Parlavano così gli ex compagni dell’Olympiacos quando, un anno fa, il greco lasciò Atene per giocarsi la carta italiana. Se ne andava dal Pireo da protagonista, arrivava a Roma da giocatore “d’esperienza, pronto per essere mandato subito in campo“, che in sostanza è un bel modo per dire che arrivava un onesto mestierante e non una star.
Non rubava la scena allora e non la ruba neanche oggi, Torosidis, nonostante – per l’agonia che ha colpito tutti i terzini della Roma – si ritrovi a giocare con una continuità che a inizio stagione non avrebbe mai previsto. Tanto da prendere in considerazione l’idea di andare via: lo volevano in Germania e lo voleva il Livorno, la Roma era disposta a privarsene a patto di trovare un sostituto con le stesse caratteristiche. Cioè affidabile, silenzioso, polivalente e a poco prezzo. Non c’è riuscita e Torosidis è rimasto. Facendo, oggi, benedire alla società quei 400.000 euro spesi un anno fa.
DECISIVO, ANCHE A SINISTRA — Alla Roma Torosidis è costato meno di tutte le multe inflitte alla società quest’anno dal giudice sportivo. Il rendimento parla di 12 presenze la scorsa stagione e 15 quest’anno, in totale 4 gol, gli ultimi due decisivi: se la rete in Coppa Italia contro la Sampdoria è valsa il passaggio del turno, quella contro l’Udinese, a conti fatti, è stata fondamentale per la vittoria contro i friulani, così come lo scorso anno lo era stata quella all’Atalanta. Arrivato come terzino destro, capace però di giocare anche a sinistra, il greco lo scorso anno soltanto una volta, contro il Pescara, ha cambiato fascia, mentre in questa stagione 9 sono state le presenze a destra, al posto di Maicon, e 6 quelle a sinistra, al posto di Balzaretti (tornato ieri dagli Usa) o Dodò.