(G.Des.) – Fischio finale. Dai campi di calcio al carcere. Dall’avventura in serie A, prima al Perugia, poi all’Udinese, tra il 2003 e il 2007. Carriera ingloriosa: solo due presenze: una con la squadra umbra e una con i bianconeri friulani, per poi chiudere alla Samp. Ma con il prestigio di essere stato il primo calciatore libico a giocare nel massimo campionato italiano, anche se con la macchia di una squalifica di tre mesi per doping.
SU FACEBOOK — La fuga di Saadi Gheddafi è terminata. Drammatica l’immagine diffusa dalla Reuters dove viene rasato a zero. Il terzogenito del dittatore libico Muammar Gheddafi, ucciso nel 2011 durante la rivoluzione, è stato consegnato alla Libia dalle autorità del Niger dove si era rifugiato. E in tempo di social network, l’ufficilizzazione è stata diffusa su Facebook delle autorità di Tripoli. Il post si limita a divulgare l’arresto, ma il governo libico esprime la sua gratitudine al presidente nigerino Mahamadou Issoufou.
INTERPOOL — Saadi aveva lasciato la Libia nel 2011 tra i tumulti della ribellione e nel mese di settembre di quell’anno si rifugiò in Niger, immediatamente prima della caduta del regime del padre, avvenuta il 20 ottobre. Il Niger gli concesse asilo e gli arresti domiciliari, rifiutandosi di estradarlo nonostante le pressioni della nuovo governo di Tripoli. L’Interpool, su richiesta di Tripoli, gli ha puntato contro i riflettori dal 29 settembre 2012. Accuse dure: appropriazione indebita con l’uso della forza e intimidazione armata quando guidava la Federazione libica di calcio. L’imprenditore, il figlio del dittatore, il calciatore ha finito la sua corsa. Triplice fischio.
Fonte: gazzetta.it