(M.Di Dio) – Sassuolo-Roma non passerà certo alla storia per il gioco espresso o per il risultato (successo giallorosso come da pronostico con due gol in fotocopia all’inizio e alla fine del match). La sfida dell’ora di pranzo al Mapei Stadium sarà invece ricordata per i quasi 5 minuti impiegati dall’arbitro Rizzoli per decidere se assegnare o no un rigore agli emiliani. Con tanto di mini-sondaggio fra i calciatori, in primis l’attaccante di casa Nicola Sansone (presunto danneggiato nel contrasto in area con Benatia) l’assistente di linea e quello di porta. Dopo aver inizialmente lasciato correre, Rizzoli, forse sollecitato dall’arbitro addizionale Peruzzo, indica il dischetto, con Berardi che posiziona il pallone per il penalty. Da quel momento scoppia una gazzarra che durerà quattro minuti e 36 secondi, con i due direttori di gara in conciliabolo circondati dai giocatori urlanti. Rizzoli si rivolge a Sansone: «Hai subito un fallo o sei caduto per altri motivi? Prometto di non ammonirti». Il capitano neroverde Missiroli risponde per lui: «Era rigore», De Rossi gli dice di farsi gli affari suoi e il protagonista farfuglia: «Lui mi ha toccato, ma stavo già scivolando». A quel punto, Rizzoli gli fa un mezzo abbraccio e torna ancora sui suoi passi: niente rigore, niente ammonizione per simulazione all’attaccante e pallone scodellato in area, come da regolamento. Tutto questo mentre la tv continua a proporre le immagini: da alcune angolazioni sembra rigore, da una in particolare arriva il “no”che salva la decisione dell’arbitro. Resta una pantomima ridicola, nella quale Rizzoli cerca disperatamente la verità e fa di tutto per cercarla, interpellando i protagonisti. Se al Mondiale brasiliano, dove sarà il solo italiano della categoria, dovesse succedere un pasticcio del genere, chissà cosa potrebbe accadere. «Mai vista una cosa così nella mia vita», le parole di Garcia al quarto uomo Cariolato. «L’arbitro non può chiedere ad un giocatore che lotta per la retrocessione se c’è un rigore, ma Sansone è stato onesto», la ricostruzione di Benatia. «Forse con la moviola ci sarebbe voluto meno tempo – aggiungerà a fine gara ancora Garcia – Quello che conta è di aver preso la giusta decisione: c’è sempre uno che decide. L’arbitro ha parlato con il giocatore del Sassuolo per sapere se ci fosse il fallo: sembra che l’onestà paghi». Arrabbiato invece il tecnico emiliano, Eusebio Di Francesco: «Secondo voi se Sansone avesse dichiarato a Rizzoli che non era rigore avremmo perso tutto quel tempo ? L’arbitro non si è preso le sue responsabilità. Se io che faccio l’allenatore sbaglio mi mandano a casa, i direttori sono lì per prendere delle decisioni. La vicenda non mi è piaciuta, aldilà che fosse rigore o no». Al netto dell’episodio, nel complesso la Roma, con Totti in panchina per 79 minuti, centra con merito la vittoria numero ventuno della stagione da record (70 punti in 30 partite non li aveva mai ottenuti in serie A). I giallorossi non incantano – complice il primo vero caldo della stagione giocano al massimo solo i primi venti minuti – e vengono anche aiutati da due errori difensivi (i palloni persi da Missiroli e Mendes). Due reti simili nella dinamica per un altro importante passo verso il secondo posto: il decimo sigillo di Destro (in gol per la quarta partita di fila) che alza ancora le quotazioni dell’attaccante nel borsino per il Brasile («ce la metterò tutta per arrivarci »); il primo di Bastossu i titoli di coda del match, celebrato da un tweet del club come la rete numero 4000 della storia giallorossa nella massima divisione, una rete che affianca la Roma al Milan nel numero di calciatori mandati a segno in campionato (16). In più 19 partite su 30 senza subire gol, come la Juve dello scorso anno. Le note negative sono i soliti cori degli ultras della Roma e il tifoso nero verde colto da malore in curva e poi deceduto all’ospedale di Reggio Emilia.