(U. Trani) – Garcia sa cambiare. Lo fa in partenza e in corsa. Decide valutando lo stato di forma dei suoi giocatori e analizzando il sistema di gioco delle squadre che va ad affrontare e le caratteristiche degli avversari. Studia nei particolari gli allenamenti e anche le partite. Spesso appunta all’istante su un taccuino quello che vede in campo. È successo anche in occasione dell’ultima rete di Destro, nel primo tempo della gara contro il Torino: movimenti e posizioni, vengono messi subito per iscritto. Pure quando le cose vanno bene. Schede di calciatori e di gruppo. Per ripetere le giocate efficaci e per non perseverare negli errori. Attacco, ma anche difesa e centrocampo: ogni settore e ogni singolo finisce sotto la lente d’ingradimento del francese. Che a forza di studiare i suoi interpreti, è intervenuto per migliorare comunque l’assetto. Differente, non solo negli uomini, da quello delle prime 10 partite del torneo (quelle della striscia record da 30 punti). Per emergenza, è il caso della sostituzione dell’infortunato Strootman, e per convinzione.Vediamo come.
TRIDENTE PESANTE Da tre gare, tutt’e tre vinte, Garcia sceglie di partire con il doppio centravanti: Destro e Totti. Con i due, la Roma segna almeno 2 reti e conquista il successo: è accaduto contro il Catania, l’Udinese, il Chievo e il Torino. Il raccolto è ottimo: 11 gol (media di quasi 3 a match) e 12 punti. Il segreto non è solo nei numeri delle due prime punte, ma pure in quelli del terzo uomo, l’intoccabile Gervinho. Se Mattia, da tre partite, fa sempre centro, l’ivoriano ha l’assist facile (7 nel 2014 e 9 in tutto, 4 per Destro). Funzionano i tre, con Totti che arretra, Gervinho che punta l’uomo e il centravanti che va in profondità e lascia il segno. All’inizio, con Destro ancora convalescente, il titolare era Florenzi. La novità delle ultime tre partite chiama in causa sia il presente che il futuro. Oggi Garcia pensa a prendere in fretta i punti necessari per entrare direttamente in Champions; la prossima stagione, invece, avrà bisogno di un’altra prima punta, per completare il reparto, con l’alternativa a Destro e Totti, perché preferisce comunque avere sempre in campo il finalizzatore.
MODULO CAMALEONTICO Rispetto sempre alle prime 10 giornate, anche a centrocampo la Roma è diversa. Rudi ha insistito a lungo con il 4-3-3 e quindi con tre uomini nel settore centrale: sempre Pjanic, De Rossi e Strootman. A volte, nella seconda parte della gara, passava al 4-2-3-1, con il bosniaco dietro a Totti. Ma già prima che uscisse di scena l’olandese (sarà indisponibile fino all’inizio della nuova stagione) nello scontro diretto con il Napoli, il francese ha deciso di giocare con due mediani e il trequartista (sempre Pjanic). Lo ha deciso quando ha dovuto contemporaneamente rinunciare a Totti, fermo per un problema muscolare, e a De Rossi, squalificato per tre giornate. Cominciò proprio al San Paolo, nella notte dell’ultima sconfitta: nel 4-2-3-1, Gervinho centravanti, con Florenzi e Bastos sulle due fasce. E ha proseguito, con il rientro del capitano, dando fiducia a Destro nel tridente che ormai vediamo da tre gare. Senza Daniele, spazio a Taddei per due partite di fila. Con il ritorno di De Rossi, fuori il brasiliano e di nuovo il 4-3-3. Anche per non far sovrapporre Pjanic a Totti. Al 4-2-3-1 è tornato solo nel finale di Roma-Torino, con l’ingresso di Florenzi, schierato sulla fascia ( sull’altra sempre Gervinho), per Nainggolan: Pjanic accanto a De Rossi e Ljajic, ultimamente snobbato, dietro a Destro.
SORPASSO A SINISTRA Romagnoli, dal 16 febbraio (prima gara con Garcia), è sempre sceso in campo: 7 presenze. Da terzino sinistro, nonostante il suo ruolo sia quello di centrale difensivo. Il diciannovenne di Nettuno ha giocato 5 volte da titolare: contro il Bologna, l’Inter, il Napoli, il Chievo e il Torino. In due gare è subentrato nella ripresa: al posto di Maicon (con Torosidis spostato a destra) contro la Sampdoria e di Dodò contro l’Udinese. Out da metà novembre Balzaretti (ultima partita proprio contro il Sassuolo che sarà il prossimo avversario della Roma), Romagnoli ha superato la concorrenza del mancino Dodò e anche del più esperto Torosidis. Anche in questo caso il francese ha inviato un messaggio a Sabatini: serve un terzino a sinistra. Titolare.