(M.Pertoldi) Se il buon giorno si vede dal mattino, in casa Roma Walter Sabatini può sorridere. Non tanto per il successo – comunque pesante – dei suoi ragazzi sabato a Verona, ma quanto per l’esordio in Serie A dell’enfant prodige Antonio Sanabria, prelevato a gennaio dal Barcellona e “parcheggiato” a Sassuolo per ripulirlo dallo status di extracomunitario. Il diciassettenne paraguaiano, infatti, ha bagnato il proprio debutto in Italia ieri, al Friuli, nel match perso dagli uomini di Di Francesco contro l’Udinese. Il tecnico neroverde lo ha gettato nella mischia ad una ventina di minuti dalla fine, al posto di Biondini, per tentare l’ultimo, disperato, assalto emiliano al fortino di Guidolin.
Poco meno di mezz’ora, dunque, per saggiare le difficoltà e le rudezze del campionato italiano, ma che hanno lasciato una buona impressione delle potenzialità di questo ragazzo nemmeno maggiorenne. Niente di eclatante, sia chiaro, ma piedi e personalità paiono davvero esserci tutti. Sanabria ci ha provato, muovendosi discretamente nel breve, ma soprattutto ha dimostrato di possedere quella “garra”, per usare un termine caro in Sudamerica, fondamentale per sfondare. Non si potrebbe spiegare altrimenti la decisione di incaricarsi, in piena zona Cesarini, dell’ultima punizione buona – e dal limite – del Sassuolo per cercare il pareggio.