(G. Giannetti) – «I termini della transazione non sono stati comunicati», dunque nessuna cifra e pochissimi dettagli reali per l’operazione che ha accompagnato la ripartenza di James Pallotta verso gli Stati Uniti accendendo l’entusiasmo dei tifosi per l’ingresso di un nuovo socio destinato a sostenere l’avventura di un impianto tutto giallorosso. «La società di investimento Starwood Capital Group entra in una partnership strategica per aiutare la Roma nello sviluppo del nuovo stadio»: questo il tono della comunicazione del fondo con base a Greenwech, in Connecticut, destinata però ad aprire un fronte di riflessione immediato su come e cosa la As Roma si appresti effettivamente a realizzare per conto proprio e le sue forze economiche, o se piuttosto rischi di ritrovarsi in una situazione per altro già vissuta con lo stadio Olimpico. Essere di fatto ospite in casa propria, vincolata cioè al pagamento di un affitto per usufruirne.
LA NOTA Eventualità che la nota divulgata dalla Starwood non allontana affatto: «Starwood, tramite una sua controllata, si allea con la AS Roma Spv Llc, l’azionista di maggioranza del club giallorosso». Testualmente i finanziatori statunitensi alludono ad una partecipazione nella società giallorossa, che nel walzer degli incastri societari peròsi rivela un’acquisizione diquote nella compagnia che fa a capo a James Pallotta, a sua volta detentrice della partecipazione di maggioranza nellaRomaCalcio.Dicosasioccupila Starwood è presto detto. I suoi fondi sono titolari di oltre 11.500 appartamenti, 950 grandi alberghi, 5milioni di metri quadrati di beni immobiliari aziendali, 4 milioni di metri quadrati di localicommercialie10.000ettaridi terreni all’interno di complessi residenziali. Laconnessioneconlostadio è pratica,matotalmente indipendente dai destini della squadra, tanto che Unicredit, azionista con il 31% del club, preferisce tenersi in disparte a differenza di ciò che accadde sulle indiscrezioni relative alla trattativa con ilgruppocineseHna