Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.
VOTO 0 IL CONFRONTO COL CLASICO NON TIENE BOTTA
Nella serata di domenica, prima di stilare il pagellone, ci siamo trovati a dover scegliere e fare zapping tra Catania-Juventus, Lazio-Milan e la sfida delle sfide, capace di tenere col fiato sospeso tutta la Spagna, tra Real Madrid e Barcellona. Ovvio che il nostro sguardo è andato di gran lunga sulla supersfida del Santiago Bernabeu che poteva decidere la Liga, ma mentre con occhio attento assistevamo alla classe immensa di Messi e Iniesta per i catalani e alla vena realizzativa dei blancos guidati da Benzema e C. Ronaldo, un pensiero fitto ci attanagliava la testa: potrebbe mai uno scontro al vertice che da solo vale mezzo scudetto terminare in Italia con un 4-3 pirotecnico, 3 rigori complessivi ed un espulsione senza che questi pendano sempre a favore delle stesse squadre a striscie verticali con il nero come colore costante? A voi la risposta.
VOTO 1 CIAONE CATANIA
Sempre più difficile la situazione degli etnei lanciatissimi verso una retrocessione ormai prossima. Nella sfida testa coda contro la capolista Juventus arriva infatti l’ennesima debacle per gli uomini di Maran (espulso insieme al suo dirimpettaio Conte per proteste), puniti dalla rete numero 16 in questo campionato di un incontenibile Tevez. A rendere ancora più amara una domenica da dimenticare anche l’assalto, nelle ore precedenti al match, al pullman della squadra bianconera accerchiato e bombardato da un fitto lancio di sassi e fumogeni. Per sedare la situazione provvidenziale l’intervento delle forze dell’ordine per creare una via di fuga che permettesse al mezzo di percorrere quel poco spazio che lo separava dallo stadio etneo. Il caso Raciti non ha insegnato nulla.
VOTO 2 ZOLLE AL FRIULI
Pronto a bagnare la vittoria contro il Sassuolo con una doppietta il capitano e uomo simbolo dell’Udinese, Totò Di Natale, viene fermato dal manto erboso amico calciando il tiro dagli undici metri del possibile e definitivo 2-0 alle stelle complice una zolla mal sistemata all’altezza del dischetto del rigore. Il numero 10 per fortuna non è però il primo ad essere beffato in questa maniera visti i casi eclatanti di Salas in un pirotecnico derby di Torino chiuso 3-3 e Billy Costacurta in una finale di Coppa Intercontinentale contro il Boca nella stagione 2003. La maledizione di Maspero.
VOTO 3 DUE PESI E DUE MISURE
Come ci capita spesso ci troviamo di nuovo a dover cercare di comprendere il regolamento più che seguirlo alla lettera. Cosa difficile per noi, ma soprattutto per gli arbitri. Molte le decisioni che fanno discutere anche in questo fine settimana calcistico: su tutte il rosso a Ghoulam decretato da Tagliavento (il giocatore azzurro prende il pallone che poi schizza in avanti ed esce anche dalla disponibilità di Bakic) per una espulsione eccessiva, e quello mancato a Chiellini e dato a Bergessio, in una sfida nella sfida iniziata già nella gara di andata dove il centrale bianconero era entrato duro sul calciatore argentino procurandogli la frattura del perone della gamba destra. Madame Giustizia.
VOTO 4 MAGLIA ICARDI
Nella sconfitta interna dei nerazzurri il bomber argentino lascia il segno in tutti i sensi, siglando il pareggio un minuto dopo il vantaggio ospite e festeggiando alla sua maniera. Il gesto tecnico, come spesso gli capita, è di ottimo livello con un destro nel cuore dei 16 metri dopo un assist del prorompente Guarin che non lascia scampo all’incolpevole Consigli. Molto meno bello il rito della maglia (giusta a questo punto la decisione dell’International Board di vietare qualsiasi esposizione in campo) che tanto per cambiare inneggia al suo amore per Wanda Nara, recitando testualmente: “Wan te Amo”. Cagna rara.
VOTO 5 LIBERATE LA LAZIO
Ennesima presa di posizione da parte del tifo biancoceleste per una contestazione nei riguardi del presidente Claudio Lotito ormai perpetuata da circa un mese. Stoppati dalla Questura gli striscioni preparati dalla Curva Nord un giorno prima della partita, nel posticipo serale contro il Milan tantissimi i volantini presenti nel settore occupato dai supporters laziali con la dicitura “Libera la Lazio”. Peccato però che quest’ultima (lodevole) iniziativa non scalfisca minimamente il patron dei biancocelesti: gli unici a perderci sono solo ultras e giocatori. I primi privati della gioia di vedere una squadra degna di nota, i secondi costretti a giocare senza la spinta incessante di una della curve più importanti del nostro campionato. Claudio…c’è posta per te.
VOTO 6 LE VISITE DI PRANDELLI
Il commissario tecnico della Nazionale si affaccia al Tardini per il Lunch time match tra Parma e Genoa con il preciso intento di monitorare le prestazioni del redivivo Antonio Cassano e del costante Alberto Gilardino, entrambi papabili per far parte della rosa degli attaccanti da portare in Brasile. Sorprendentemente però nell’1-1 finale non spiccano le qualità delle punte (il talento di Bari vecchia non la becca mai e viene sostituito con Palladino a un quarto d’ora dal termine, mentre l’ex di lusso entra dalla panchina nel finale senza trovare la zampata giusta) ma la solidità di difensori e portieri. Il giovane Perin si esalta nella ripresa negando la gioia del gol ad Amauri e compiendo un altro grande intervento su un tiro cross deviato dello stesso Palladino, mentre Paletta si mantiene su standard d’eccellenza, giocando sempre in anticipo su Calaió and company e dimostrandosi il migliore nel ruolo in base al rendimento. Ne mancano 21…
VOTO 7 JOAQUIN
Francesco Totti l’aveva detto già nel lontano 2001 su precisa domanda di un cronista, quando ancora il calcio iberico non ci aveva regalato la generazione di fenomeni capace di vincere consecutivamente due europei ed un mondiale: “Chi prenderesti dalla Spagna? Joaquin”. E a conti fatti il capitano romanista aveva tutte le ragioni del mondo per parlare dell’esterno all’epoca in forza al Betis Siviglia capace con le sue sgroppate sulla fascia destra di sfornare una serie infinita di assist e trovare anche la via del gol con una incredibile costanza e facilità. Approdato con molto ritardo nel calcio italiano, Joaquín Sánchez Rodríguez, non ha perso tempo diventando uno dei punti fermi dell’undici titolare di Vincenzo Montella, togliendosi anche lo sfizio di segnare le reti decisivi nelle gare contro Juventus e Napoli. El Pisha.
VOTO 8 DOPPIO JACK
Nella spettacolare gara di San Siro l’Atalanta si impone grazie alla doppietta di uno scintillante Bonaventura. La prima marcatura arriva al termine di un rapido contropiede orchestrato abilmente da Maxi Moralez che scarica al limite proprio per il centrocampista lombardo. Destro potente e Handanovic che può solo guardare la palla finire in fondo al sacco. La seconda ha un peso specifico superiore visto il minuto di realizzazione (90′) e lo score (1-2). Colpo di testa in mezzo alle gambe del portiere sloveno sulla punizione perfettamente battuta da Brienza. La banda Colantuono può così espugnare per il secondo anno consecutivo il Meazza (12 mesi fa fu 3-4 contro la squadra di Stramaccioni). Il castigatore.
VOTO 9 MANITA DORIANA
La Samp non lascia scampo al Verona di Mandorlini e a Marassi ne rifila 5 ai sudditi di Giulietta (bello il botta e risposta in proposito tra i tecnici Mandorlini e Mihajlovic nel pre partita) consolidando l’undicesima posizione in classifica e operando il sorpasso ai cugini del Genoa. Mattatori di giornata il brasiliano Renan è il giovane italo-tedesco Soriano. Il centrocampista ex Atletico Mineiro mette lo zampino negli iniziali due gol, prima centrando il palo con un bel tiro e propiziando il tap-in di Sansone per l’1-0, poi raddoppiando direttamente con un destro dal limite su assist dell’arbitro Calvarese. A 7′ dall’intervallo entra in scena il prodotto del Bayern Monaco che insacca il 3-0 con un tocco in area su cross di Regini e cala il poker in apertura di secondo tempo con un’azione personale di 40 metri conclusa da un bel mancino nell’angolo. Prima del fischio finale c’è spazio anche per capitan Palombo con una punizione dai 18 metri premiata dalla papera di Rafael per il 5-0 conclusivo. Solo avvicinata la vittoria più larga in Serie A per i blucerchiati (7-0 alla Pro Patria) ma un pomeriggio da scorpacciata di gol per Garrone e soci. Cappotto.
VOTO 10 SUPERCIRO
Nella sfida casalinga contro il Livorno che apre la ventinovesima giornata del massimo campionato di calcio, Immobile delizia la platea dell’Olimpico con una tripletta che entra di diritto nella storia sia personale che del club. Con questi centri infatti il Torino raggiunge quota 3000 reti nella sua storia, mentre l’attaccante di Torre Annunziata sale a 16 gol nella graduatoria marcatori, divenendone il leader. Colpo di testa, tocca sporco in area e bomba in diagonale dal limite, tre modi diversi di realizzare per un giocatore che si mostra sempre più completo ogni giornata che passa. L’errore con il Napoli è ormai un lontano ricordo, Prandelli sveglia. Hat-Trick.
A cura di Papi&Piccinini