Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.
VOTO 0 BASTA BANTI
Abituale discorso trito e ritrito. La Juventus per vincere il suo 30esimo scudetto non ha bisogno di aiuti arbitrali visto lo strapotere fisico e tattico messo in mostra durante tutto l’arco del campionato. Dello stesso avviso non è però la solita mediocre classe arbitrale italiana, rappresentata in questa occasione da Banti: la giacchetta nera nel momento migliore da parte dei gialloblu espelle per una gomitata molto accentuata da Chiellini (non nuovo a simulazioni di alto livello stilistico) il centravanti ospite Amaurì, graziando pochi minuti dopo Tevez reo dello stesso intervento ai danni di Paletta. La ciliegina sulla torta arriva nel finale con il rigore negato ai ducali per un intervento di Bonucci su Parolo pronto a ribadire a rete una corta respinta da parte di Buffon su tiro dell’ex Molinaro. Se c’è qualcosa che ci fa piacere, ogni volta che una qualsiasi squadra gioca contro la Juve, è che c’è uniformità di giudizio. I Soliti Ignoti.
VOTO 1 ANDUJAR ‘NDO VAI
A pensar male si fa peccato ma ogni tanto ci si azzecca recitava un famoso aforisma del più volte primo ministro italiano Giulio Andreotti, scomparso lo scorso anno alla veneranda età di 94 anni (gli stessi che probabilmente aspetteremo noi tutti per poter assistere ad un campionato totalmente regolare). Il pensiero è riferito al contratto già firmato da parte del portiere argentino con il Napoli per la prossima stagione. L’uscita scriteriata dell’estremo difensore etneo per la seconda marcatura dei partenopei firmata da Callejon al Massimino vale da sola sia il peccato che il centro pieno del bersaglio. Non ce ne vogliano ben pensati e finti moralisti. Mi porto avanti col lavoro.
VOTO 2 DE PROFUNDIS LAZIO
La crisi dei biancocelesti non si ferma più e nella delicata trasferta del Ferraris contro il Genoa la squadra guidata da Edy Reja pesca la sesta sconfitta consecutiva in terra ligure (ennesima stagionale) allontanandosi definitivamente dalla corsa ad un posto nella prossima Europa League lasciandosi scavalcare anche dalla sorprendente Atalanta di mister Colantuono, vittoriosa per 2-0 contro il Livorno. A mettere ko i laziali la rete numero 13 del bomber rossoblu Gilardino e la prima marcatura di uno dei giocatori dal nome più improponibile del massimo campionato italiano: Ioannis Fetfatzidis. La grande tristezza.
VOTO 3 IN QUATTRO PER UN POSTO
La lotta per non retrocedere entra nel vivo e anima questo finale di stagione (d’altronde il resto sembra essere già ampiamente deciso). Catania, Livorno, Sassuolo e Bologna perdono le rispettive partite e rimangono inchiodate alle ultime quattro posizioni in classifica. Gli etnei subiscono una dura lezione dal Napoli in quello che pareva essere l’ultimo treno utile per rialzare la testa e dopo l’immeritata sconfitta con la Juventus domenica sera, chiude con un pugno di mosche il doppio impegno casalingo in 4 giorni. Stesso discorso per i toscani fermati a Bergamo dall’inarrestabile Atalanta di Colantuono e dalla voglia matta del Tanque Denis. Non è andata meglio ai nero-verdi emiliani, battuti a domicilio da una Sampdoria priva di grandi pretese. Peggio di tutti i felsinei di Ballardini, all’asciutto di reti su azione da 700 minuti e in balia di un Chievo bravo a sfruttare l’occasione per operare il sorpasso in classifica a quota 27 punti. Ne resterà soltanto uno…
VOTO 4 MATRI NON SEGNA PIU’
L’alfiere della Fiorentina sembra la pallida copia del giocatore due volte campione d’Italia con la Juventus e anche contro il Milan (squadra di appartenenza) manda in bestia il pubblico del Franchi divorandosi quello che poteva essere il momentaneo 1-1. Dopo appena 3′ della seconda frazione sull’assistenza da destra del vivace Joaquin, il numero 32 si trova clamorosamente libero all’altezza del dischetto con la porta completamente libera e Abbiati inchiodato sulla linea. Il suo colpo di testa non centra i 7 metri e 32 cm ma termina blandamente a lato nella disperazione generale. Le veline rovinano la mira.
VOTO 5 SFIGA THOHIR
Tornato in Italia per una serie di incontri con le banche e il Cda previsto per sabato il neo patron nerazzurro assiste all’ennesimo passo falso casalingo della banda Mazzarri (dal suo arrivo l’indonesiano ha potuto assistere ad una sola vittoria nel derby vinto 1-0 lo scorso Natale grazie al tacco di Palacio). Nella gara interna contro l’Udinese, ben messa in campo e arrivata a San Siro con il chiaro intento di agire in contropiede privandosi anche del suo alfiere principe Totò Di Natale, i padroni di casa non vanno oltre ad uno scialbo 0-0, un gran destro di Hernanes deviato da un sicuro Scuffet, e un arrembaggio finale (5′ di recupero) scandito dal sinistro da fuori di Cambiasso miracolosamente respinto sempre dall’estremo difensore nato e cresciuto in Friuli prima del salvataggio sulla linea in acrobazia di Domizzi, dove il giovane Under 17 sembrava comunque ben appostato. Da segnalare a chiare lettere la sicumera espressa in campo dal numero uno bianconero. Mazzarri non la prende bene come testimonia l’immagine morsicatrice. Inde(mio)nati.
VOTO 6 I BOMBER DEI POVERI
Nei turni infrasettimanali capitano spesso cose strane, come ad esempio vedere attaccanti di provincia trasformarsi in autentici mattatori a suon di squilli. Nel caso specifico di questa trentesima giornata spiccano le doppiette di Paloschi e Duvan Zapata, oltre al gol vittoria di Okaka al Mapei Stadium contro il Sassuolo. L’attaccante scuola Roma mette la zampata decisiva nei minuti conclusivi con un tocco in allungo che scavalca Pegolo per il definitivo 1-2 doriano. Meglio di lui il giovane gialloblù, a bersaglio con un rigore impeccabile ed un tap-in vincente dopo la respinta di Curci sul suo colpo di testa. L’insospettabile colombiano del Napoli dimostra per una volta invece, di essere presentabile a questi livelli, mostrando senso del gol e tempismo. L’unico problema è che d’ora in poi si giocherà solo nei week end.
VOTO 7 MARIO IS BACK
L’unico modo per farlo rendere sembra essere insultarlo. Nel match di Firenze la sequela dei cori di scherno fa da colonna sonora alla sua prestazione e invece di infastidirlo gli dona una carica maggiore. Dopo la solita ammonizione rimediata per proteste, Balotelli si ricorda di possedere un talento spiccato donatogli da Madre Natura e pur se centellinandolo come gocce di una Santa pozione, lo mette in pratica realizzando il 2-0 della sicurezza. Calcio di punizione dal limite battuto con maestria, pallone tagliato sopra la barriera e dritto in fondo al sacco con tanti saluti a Neto. Bella anche la dedica al compianto Claudio Lippi (giornalista di Milan Channel scomparso un anno fa). Cuore caldo e testa matta.
VOTO 8 ATALANTA DA RECORD
D come Dea. D come De Luca-Denis. Gli autori dei gol, uno per tempo, che stendono gli amaranto mandando in estasi i tifosi bergamaschi e all’inferno quelli livornesi sempre più invischiati nella dura lotta per non retrocedere. Nell’Atalanta vittoriosa e incontenibile, quinta vittoria consecutiva come non accadeva dalla stagione 1990-1991, c’è tutta la voglia e il duro lavoro di un’allenatore capace quanto sottovalutato (soprattutto dai grandi club) come Stefano Colantuono; bravo nel plasmare e costruire la squadra lombarda a sua immagine e somiglianza: forza, coraggio e un pizzico di fantasia che non guasta mai. Pensare all’Europa League ora, distante solo quattro lunghezze, potrebbe essere molto più che un eufemismo. Sogni di Rock’n Roll.
VOTO 9 ANCORA TEVEZ
L’Apache argentino, nella lotta a distanza con l’altro bomber del campionato Ciro Immobile per il titolo di capocannoniere del torneo, aggancia e sorpassa in un colpo solo il centravanti granata mettendo una serie ipoteca sul terzo scudetto consecutivo dell’era Conte. Da applausi assoluti il gol che sblocca la partita al 25′ del primo tempo: azione solitaria partita dall’altezza della linea mediana, dribbling secco a superare la coppia centrale ducale composta dal duo Paletta-Felipe e destro ad incrociare da posizione defilata toccato, ma non neutralizzato da Mirante. La seconda rete è poi pura accademia con un tocco ravvicinato dopo la botta potente di Vidal respinta dall’estremo ospite. Sabella hai ancora dubbi?
VOTO 10 HENRIQUE DA CINETECA
Da oggetto misterioso a eroe della patria. Questa la trasformazione del difensore ex Palmeiras arrivato a Napoli nel corso del mercato di riparazione e ancora in affanno con i ritmi italiani. In quel di Catania, schierato da esterno destro (terza posizione diversa in altrettante partite) prende confidenza con la trequarti avversaria fino ad inventare il gol della giornata. Dopo uno scambio con Hamsik sulla corsia di competenza si ritrova sul lato corto dell’area di rigore e invece di mettere dentro il cross, sfodera una conclusione pazzesca che per traiettoria ed esecuzione ricorda da vicino la celebre firma del “Cigno di Utrecht” nella finale dell’Europeo ’88 contro l’Urss. Velleitario.
A cura di Papi&Piccinini