(G. Sanzotta) – Non c’era certamente bisogno dei giudici, l’avevamo capito da soli, pur senza intercettazioni, senza tabulati, senza interrogatori. Avevamo capito che quelle discutibili decisioni arbitrali, quei favori e quei torti mai distribuiti con equità non erano frutto della malasorte. C’era qualcosa che regolava, condizionava e dunque vanificava l’impegno in campo. Pervincerenonbastavaessereipiùbravi, bisognava essere di gran lunga i più bravi. Così negli anni 2000, così come negli anni ’80, la Roma è riuscita a vincere due scudetti, ma con una squadra di gran lunga più forte delle altre e soprattutto della Juventus.
Non solo ma quanti di quei secondi posti dovevano essere qualcosa di più? Potevano essere di più se non ci fossero stati tanti errori arbitrali? Cose del passato? Sarebbe bello poterlo pensare. Anzi speriamo sia così, speriamo che gli errori siano solo casualità. Resta il fatto che con un arbitraggio esente da errori la Roma avrebbe vinto a Torino, forse avrebbe battuto il Sassuolo. Non solo, la Juventus senza qualche aiutino avrebbe avuto qualche difficoltà in più per raggiungerci quando in fuga eravamo noi.
Dirlo adesso quando ci separa un distacco enorme potrebbe apparire fuori luogo. E invece no. Provate a forare la gomma di un ciclista mentre è impegnato in una salita in un testa a testa con un rivale. Forategli una seconda volta una gomma mentre all’altro riservate qualche spintarella nei tratti di salita più duri. State certi che in vetta il distacco sarà enorme. Enorme e ingiusto. Il campionato lo vincerà una squadra forte, ma fortunata. Tanto fortunata anche in alcune decisioni arbitrali, soprattutto nei momenti critici.Delusione a parte per uno scudetto possibile e per questa stagione sfuggito, non dobbiamo mollare la presa. C’è un secondo posto da confermare.
Se pensiamo alle previsioni della vigilia è un successo inaspettato. Adesso è una tappa fondamentale per la nuova Roma. Andare in Champions senza la fase dei preliminari garantisce subito un introito dai 20 ai 30 milioni di euro da poter investire sul mercato, rappresenta un ritorno, e dalla porta principale, sulla scena internazionale con un beneficio di immagine importante. ùSfumato, con molti rimpianti, il primo posto, il secondo è da difendere con tutte le forze perché può essere il trampolino di lancio. Due, tre acquisti di alto livello e questa squadra partirà il prossimo anno per vincere lo scudetto e per fare bella figura in Europa.
Uno scudetto con Totti capitano sarebbe un sogno, la più degna delle conclusioni della carriera del più forte calciatore italiano. Sì, il più forte di tutti i tempi se consideriamo anche che nessuno è rimasto a livelli tanto alti per oltre 20 anni di carriera. E stupisce che sia lo stesso Totti a doversi fare avanti per la nazionale. Se in Brasile andranno calciatori come Giaccherini, Candreva, Motta, Diamanti, ecc… è possibile che non ci sia posto per Totti? Se Prandelli non lo chiamerà, che almeno possa festeggiare lo scudetto. Ma il primo fondamentale passo è arrivare a quel secondo posto. Nessuno abbassi la guardia, nessuno consideri chiuso il campionato, ci sarà da lottare, bisogna lottare. Almeno stavolta il secondo posto non rappresenta, come altre volte il primo posto degli ultimi. Non è come quando fummo beffati due volte sul filo di lana, con Spalletti e Ranieri da una Inter superfortunata e aiutata. Allora il secondo posto apparve quasi come una sconfitta tanto eravamo più forti degli altri. Adesso invece sarebbe una vittoria e soprattutto un punto di partenza fondamentale per il futuro.
Arriviamo a questa fase finale con qualche stampella di troppo, con un centrocampo privato del pezzo migliore e senza alternative. Con dei vuoti negli esterni, a sinistra Dodò e Balzaretti, per ragioni diverse non sono ai livelli minimi necessari a una grande squadra. In avanti qualcuno è stanco e difficilmente sostituibile. Così domani andremo ad affrontare il Chievo con qualche timore di troppo. La Roma titolare, quella di inizio campionato, andrebbe a Verona con più certezze. Ma domani dovremo vincere anche se non avremo tutti i migliori. Dobbiamo vincere perché almeno quel secondo posto ci spetta per quanto abbiamo fatto. Ci spetta perché la Roma è più forte del Napoli, perché ha fatto vedere momenti di grande calcio. Ci spetta perché la Roma è una squadra pulita. Naturalmente più concentrati di tutti siano gli uomini di Garcia. A noi tifosi il compito di essere vicini a questa squadra senza lasciarci distrarre troppo nelle abituali sirene primaverili dove si comincia a focalizzare di più l’attenzione su un fantomatico calcio-mercato che sulla realtà.
Diciamolo con crudezza. Nessuno, oltre a pochi dirigenti giallorossi e tra loro l’allenatore e Sabatini, sanno quali siano veramente i rinforzi e gli obiettivi. Il resto è spesso fantasia, qualche voce interessata messa in giro da qualche procuratore. A questo proposito vorrei confessare per la prima volta l’esito di una mia battuta di oltre 30 anni fa. Un collega mi vide parlare al Senato con Dino Viola. Naturalmenteilpresidentenonmifecealcunaanticipazione, non svelò nessun progetto futuro. Ma un collega particolarmente insistente non credeva che in quella conversazione non c’era stato nulla di giornalisticamente rilevante. Così, ad un certo punto, per togliermelo di torno, pensai di cavarmela con una battuta: la Roma sta per acquistare un certo Altobelli. Il collega pensando di aver chissà quale rivelazione vendette la notizia aggiungendo altri particolari. Così, con mio stupore, vidi il giorno dopo su alcuni giornali la notizia sparata: Altobelli alla Roma. Non solo.
Ma si parlava perfino del modulo che sarebbe stato adottato per far convivere Pruzzo e Altobelli. Si aprì perfino un dibattito e l’autore del falso scoop ebbe il suo momento di gloria. Immaginate l’imbarazzo quando, incontrandomi, mi ringraziò. Non mi restò fare altro che tacere, poi il corso degli eventi avrebbe messo in luce la bufala. Ma la vicenda mi insegnò a diffidare di tante anticipazioni. Del resto a ogni squadra di vertice vengono avvicinati almeno una ventina di calciatori. Alla fine non ne arriva nessuno o quasi di quelli indicati, ma altri. Ma attenzione accade così anche il politica. Prima del varo di un governo si fa sempre un toto-ministri. A parte qualche indicazione scontata il resto è fantasia oppure nel migliore dei casi si tratta di impressioni o di voci non sempre autorevoli. Questo per dire che guardiamo pure le liste degli acquisti che cominciano ad uscire. Facciamo anche qualche sogno, ma poi torniamo alla realtà. Ora bisogna battere il Chievo. Poi la squadra dei sogni ce la studieremo al mare in estate oppure guardando il mondiale.