(A. Austini) – La seconda razione è servita. Il pugno a Icardicostringe De Rossi a saltare tre partite con la Roma, oltre a Italia-Spagna di domani per l’applicazione del tanto discusso «codice etico» di Prandelli.Non giocare un’amichevole non è certo un problema per il centrocampista: il suo posto al Mondiale non è in discussione. Il vero «danno» è lasciare la Roma nel momento cruciale del campionato. Niente spareggio-Champions con il Napoli, fuori anche nella sfida casalinga con l’Udinese e in trasferta con il Chievo: Garcia ritroverà il perno del centrocampo solo il 25 marzo contro il Torino. E ora deve sperare che Pjanic superi i problemi al ginocchio e non si faccia ammonire: il bosniaco è diffidato.
De Rossi ci è abituato. Il suo istinto lo ha tradito fin troppe volte, ma non ci sta a farsi trattare come un picchiatore. Le statistiche della carriera parlano di 10 espulsioni (2 con doppio giallo) in 532 partite ufficiali giocate. Praticamente un rosso ogni stagione e mezza. Ma ha sempre pagato, a caro prezzo. E pure stavolta è arrivata puntuale la stangata di Tosel, lo stesso che chiude le curve per i cori «discriminatori». Il Giudice Sportivo ha utilizzato la prova tv per squalificare il centrocampista: riviste le immagini acquisite da Sky, Tosel sostiene che De Rossi«appoggiava con veemenza – si legge nella sentenza – la mano destra sul capo dell’antagonista e quindi, in rapida successione, con la stessa mano colpiva da tergo l’Icardi con un pugno al volto. Il giuoco proseguiva senza che l’Arbitro adottasse alcun provvedimento disciplinare in quanto, come dichiarato su richiesta di questo Ufficio, il segnalato comportamento “non era stato rilevato” dagli Ufficiali di gara». Le tre giornate scattano perché «il gesto compiuto dal De Rossi integra inequivocabilmente per l’evidente volontarietà, l’energia impressa e la delicatezza della zona del corpo colpita gli estremi della “condotta violenta”».
La Roma non ci sta, difende a spada tratta il suo giocatore – non sarà multato – e prepara il ricorso d’urgenza alla Corte di Giustizia federale: possibile udienza fra giovedì e venerdì. Idem l’Inter che perde per altrettante gare Juan Jesus, reo di aver colpito Romagnoli. Tosel, quantomeno, è stato coerente: tre turni anche a Berardi del Sassuolo, espulso direttamente dall’arbitro per la gomitata al parmense Molinaro. La reazione del club giallorosso è stata immediata. Da Barcellona, dove hanno partecipato all’assemblea generale dell’associazione dei club europei (Eca), i dirigenti Baldissoni, Zanzi e Fenucci hanno dato subito il via al reclamo, basato su due punti: 1) si è trattato di un normale scontro di gioco e non di una condotta violenta (per questo non scatterà la multa al centrocampista), tanto che Icardi quasi non se ne accorge e rimane in piedi; 2) l’azione partiva da una punizione quindi l’arbitro e i suoi collaboratori erano talmente vicini che non potevano non vedere. E qualora avessero visto, la prova tv non varrebbe. Ma il Giudice scrive il contrario dopo aver sentito Bergonzi.
In difesa di De Rossi si schiera con forza Garcia, che allude a una provocazione di Icardi. «La tv non mostra tutto – spiega il tecnico da Coverciano dove ha presenziato alla Panchina d’Oro – sicuramente non va bene farsi giustizia da soli, ma è successo qualcosa che ha provocato la risposta di Daniele». Rudi parla chiaramente di «due pesi e due misure. Ci sono stati alcuni episodi in cui siamo stati vittime (il pugno di Candreva a Torosidis, ndr) ma in quel caso non ho visto nessuna prova tv. Non capisco perché la tecnologia nel calcio si possa usare per De Rossi e non per decisioni importanti come i gol fantasma e i rigori». Una battaglia lunga anni e finora sempre persa. Da tutti.