(A.Serafini) – In uno dei momenti più delicati della stagione, la Roma fa quadrato e si schiera al fianco di Daniele De Rossi, squalificato per 3 giornate di campionato dal Giudice Sportivo Tosel dopo il colpo rifilato all’interista Icardi.
Una decisione ritenuta eccessivamente severa dal club giallorosso, che venerdì – l’udienza è stata fissata ieri – si presenterà davanti alla Corte di Giustizia Federale per discutere il ricorso presentato d’urgenza. L’obiettivo sarà quello di dimostrare che le immagini utilizzate nella prova tv svelino un’altra interpretazione dei fatti: nessun pugno, ma soltanto una «manata» per controllare un avversario che a sua volta stava sbracciando nel tentativo di divincolarsi. Uno scontro di gioco che nello specifico non era stato considerato grave dagli stessi interpreti. Dalla mancata protesta di Icardi, che ha continuato l’azione, allo stupore successivo di De Rossi nell’essere informato che le immagini incriminate erano ormai state mandate in onda all’infinito nei salotti televisivi del post gara.
La cassa di risonanza mediatica sull’accaduto ha infastidito particolarmente il giocatore e gli stessi dirigenti romanisti, convinti che il trattamento riservato dai media non sia proprio uguale per tutti. Incluso Rudi Garcia, sceso subito in difesa del numero 16: «Certe cose che ho sentito non mi sono piaciute, hanno già condannato Daniele – ha ribadito il tecnico francese – ma la tv non mostra tutto, non ci si deve far giustizia da soli però prima del pugno è successo qualcos’altro. Sono capitati anche episodi contro di noi ma non ho visto nessuna sanzione».
Ieri lo stesso Garcia e Sabatini hanno parlato per qualche minuto con De Rossi. La presa di posizione della Roma è netta e precisa: il processo di accusa sollevato nelle ultime ore è più grave del gesto istintivo compiuto dal giocatore. Il tanto discusso codice etico applicato da Prandelli ha fatto il resto: l’esclusione «preventiva» del ragazzo dall’amichevole di stasera con la Spagna è stata accettata senza polemiche, ma digerita a fatica. Da tutti.