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IL TEMPO Rinascita Taddei

Taddei

(E. Menghi) – Professionista sempre pronto all’uso, ama la Roma e si percepisce ogni volta che onora la maglia quando viene tirato in causa. Taddei è la riserva che ogni allenatore vorrebbe avere in squadra, perché non soffre le tante panchine e se serve c’è eccome.L’infortunio di Strootman e la squalifica di De Rossi gli hanno dato l’opportunità di riemergere dalle retrovie e, dopo aver preso confidenza con il campo alla prima da titolare con il Bologna, ha tirato fuori le unghie e nel ruolo di regista si è scoperto importante. Garcia l’aveva provato lì tutta l’estate, reinventandolo centrocampista centrale e questa posizione potrebbe regalargli qualche anno in più di carriera.

Lui vorrebbe chiuderla a Roma, ma il suo contratto scade a giugno e in queste gare si sta giocando il futuro. «Non voglio parlare del contratto, ci sta pensando il mio procuratore. Ho la Roma nel cuore, non lo nascondo, ma – precisa a fine gara il brasiliano – non voglio essere un peso per la società e per i tifosi: voglio restare se club, allenatore e gruppo saranno d’accordo. Sarei l’uomo più felice del mondo. Da inizio stagione il mister mi aveva detto che poteva utilizzarmi come regista, mi sono allenato. Era necessario farlo viste le assenze e ho svolto il mio compito».

Come fa? Lo spiega con tutta la semplicità del mondo: «Rubo con gli occhi a giocatori come De Rossi, è un ruolo in cui non si può sbagliare e bisogna giocare semplici. La corsa è un’abitudine, cerco sempre di aiutare i compagni. Il mister ci sta passando la sua esperienza, noi lo stiamo seguendo e alla grande. Ogni volta andiamo a Trigoria con la voglia di vedere cose nuove». Rodrigo ne ha viste di cose in questi nove lunghi anni al Bernardini, ma è rimasto a bocca aperta ed è uno di quelli che ancora un po’ ci crede nello scudetto: «Col Chievo è arrivata una vittoria importante contro una squadra che gioca bene, volevamo i 3 punti e siamo riusciti a ottenerli. Ci proveremo fino alla fine, siamo consapevoli della nostra forza».

È proprio quella consapevolezza che amareggia De Sanctis: «Peccato che questo campionato importantissimo non sarà onorato con il giusto riconoscimento. La strada è ancora lunga e dobbiamo ancora guardarci alle spalle». Benatia alza la guardia: «Non siamo sicuri del secondo posto. Le qualità le abbiamo, dobbiamo fare ciò che serve». Anche arrabbiarsi: «Maicon si è incazzato in una maniera che non mi è piaciuta,ma ci siamo chiariti nell’intervallo. Nel gruppo c’è grande rispetto. Il nervosismo ci sta, se devo litigare ogni partita e poi non prendere gol firmerei subito». L’ironia è di casa alla Roma e De Sanctis la usa per aprire il capitolo del Mondiale brasiliano: «Questa estate ho in programma di vedere le partite a casa di Totti a Sabaudia, ma se poi lui vola in Brasile non so cosa farò». Prandelli cosa ne pensa?

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