(A. Austini) – Il primo torna e si ritrova addosso una responsabilità enorme. L’altro non vede l’ora di giocar e segnare per allontanare l’alone di scetticismo che lo circonda. Ma domani con l’Udinese, almeno all’inizio, potrebbe esserci spazio solo per uno: Totti-Destro è il ballottaggio più delicato nella testa di Garcia.
Il capitano sta bene. Finalmente. Dopo aver saltato quattro partite di campionato consecutive ora si aspetta di partire dall’inizio: il dolore al gluteo sembra scomparso, ha un’ora abbondante di autonomia nelle gambe e il modo migliore per avvicinarsi al top della condizione è giocare titolare. A Garcia serve come il pane, perché Francesco non sarà «un leader che si mette a urlare nello spogliatoio», come ha ricordato il francese, ma quando è in campo i compagni si sentono più tranquilli. A maggior ragione in una partita da affrontare senza Maicon, De Rossi e Strootman. Da Trigoria filtrano racconti di un gruppo molto scosso dall’infortunio di Kevin e dalla sconfitta di Napoli. Due certezze saltate all’improvviso che rischiano di condizionare la Roma anche domani. E allora non c’è medicina migliore di Totti.
Vederlo insieme a Destro dall’inizio sarebbe piuttosto sorprendente. Garcia li ha schierati in tandem solo a dicembre nella partita casalinga con il Catania allora ultimo in classifica. L’Udinese non è la Juventus ma qualche apprensione in più la crea. Probabile, quindi, la classica staffetta tra attaccanti. In partenza è annunciato il tridente di inizio stagione, con Florenzi e Gervinho ai lati del capitano, e un centrocampo con Taddei a dare sostanza vicino a Nainggolan. Pjanic, come sempre, potrà interpretare la posizione a suo piacimento: qualche metro più avanti a comporre il 4-2-3-1 oppure da intermedio nel collaudato 4-3-3.
Insomma a rimetterci il posto potrebbe essere di nuovo Destro. E sarebbe la seconda panchina consecutiva dopo la bocciatura inattesa di Napoli, dove Garcia ha preferito puntare sulla corsa degli esterni. Mattia non si è arreso, è segnalato in netto miglioramento e oggi ha un ultimo allenamento a disposizione per convincere l’allenatore a dargli fiducia. Se la Roma con Totti fa meno fatica a vincere (media punti di 2.53 a partita contro 1.82 quando è assente), nessuno è stato capace di buttarla dentro con la frequenza di Destro. Sei reti segnate in dodici presenze in campionato, ma una ogni cento minuti scarsi trascorsi in campo. È lui il protagonista dell’ultima vittoria «larga» dei giallorossi (doppietta nel 3-0 con la Samp), l’arma ideale per curare il mal di gol accusato dalla squadra in modo sempre più preoccupante.
Che sia questa il principale cruccio di Garcia oltre al morale del gruppo da risollevare lo dimostra l’ennesima esercitazione effettuata ieri sulle finalizzazioni. L’altra emergenza da affrontare è sulle corsie della difesa. Maicon è squalificato, Balzaretti in America a capire quando potrà guarire dalla pubalgia, Romagnoli acciaccato e ieri di nuovo assente dal campo. Salgono le quotazioni di Torosidis, pure lui bocciato al San Paolo,e di un Dodò ristabilito dalla lesione muscolare ma ancora un po’ a corto di condizione. Si tiene pronto Bastos, che potrebbe tornare utile anche come cambio in attacco. Idem Ljajic, la faccia più triste di Trigoria. Ma a volte un po’ di rabbia dentro può risultare utile.