(M.Pinci) Serata difficile per i “bibitari” dell’Olimpico. Che sarebbe stata una partita senza tifosi lo sapevano anche i sassi, non fosse altro per quel bombardamento mediatico iniziato da settimane di cui Garcia, parte in causa decisamente interessata, si era lamentato alla vigilia. Lo è anche di più, perché se quasi in trentamila — quelli che abitualmente occupano le due curve e i distinti — sono costretti dal giudice sportivo a restare a casa, i tifosi che ci sono decidono di fare di tutto per non disturbare, arrivando al massimo a prendersela con il disorientato arbitro Bergonzi di genova.
Gli interisti in trasferta, solidali con i romanisti lasciati fuori dallo stadio, dichiarano addirittura lo sciopero: “In silenzio per solidarietà: Figc buffoni!”. No, la norma sulla discriminazione territoriale non piace neanche agli ultrà venuti dalla Lombardia. A loro, di sentirsi urlare “Un solo grido, un solo allarme: Milano in fiamme” dai quasi mille romanisti rimasti fuori dai cancelli per protestare, non importa granché. Anzi. A rendere ancora più desolante l’immagine dello stadio ecco le tribune, unici settori accessibili eppure semivuote: fin troppo difficile così riuscire a sostituirsi alle curve “cattive” lasciate dietro la lavagna dalla giustizia sportiva. Magari la Roma avrebbe potuto migliorare la situazione riducendo all’osso i prezzi dei pochi settori disponibili, ma a mister president in America questa politica non piace proprio. Ringrazieranno i contatori di Sky, che in un freddino sabato di Carnevale fanno il pienone di telespettatori: quasi due milioni incollati alla tv dal divano di casa e 3 milioni di contatti unici. Evviva la tv.