(F. S. Intorcia) – Due matrimoni e un Mondiale. Mattia Destro si è tenuto libero per il Brasile: le nozze con Ludovica Caramis, “professoressa” da Carlo Conti, le ha fissate a settembre. Ciro Immobile avrebbe sposato un anno fa Jessica Melena, che gli ha dato la piccola Michela: la convocazione per l’Europeo U21 gli fece rinviare i programmi. Il sì ora è previsto a maggio, finito il campionato, prima del raduno azzurro. Se Ciro partirà in luna di miele con Prandelli, Jessica anche stavolta capirà.Fra due settimane il ct stilerà la lista per lo stage del 14 e 15 aprile a Coverciano: entrarci significa fare un passo verso Rio. Destro, 23 anni, e Immobile, 24, guidano l’esercito dei rottamatori, all’attacco di gerarchie che sembrano di granito.
Il romanista, un’estate fa, mostrava il ginocchio al dottor Cugat a Barcellona e si sentiva gelare: «Se continui così, ragazzo, rischi la carriera». Dal suo rientro, ha segnato 9 gol in 15 gare, uno ogni 95’. Nessuno come lui. Immobile, invece, dopo la finale U21 persa con la Spagna, è stato merce di scambio della Juve per arrivare a Ogbonna: con la Spagna, però, il difensore bianconero non c’era, Ciro sì, al debutto. Oggi, è il miglior marcatore italiano, secondo solo all’imprendibile Carlitos. Dei tre pupilli di Zeman a Pescara (Verratti, Insigne, Immobile) è l’ultimo approdato in azzurro, ma quello con più chance, vista l’involuzione degli altri. Spensierato, il ragazzo di Torre Annunziata, capace di memorabili duetti con quelli di Sky: «Fate vedere sempre gli stessi film, Jessica si lamenta».
Il mondiale last minute lo conquistò Schillaci nel ’90: 15 reti alla prima stagione in A, convinse Vicini e fu capocannoniere della coppa. Non ebbe lo stesso coraggio il Trap nel 2004: Gilardino segnava solo col pensiero (23 reti), ma fu escluso dall’Europeo. Oggi, Gila è dall’altra parte: non più rottamatore, ma grande vecchio. A quasi 32 anni, 13 gol nel Genoa. Gli stessi di Luca Toni, artefice della grande stagione del Verona, pronto a tutto per il Brasile. Serve un ricambio di Balotelli, di nuovo a segno nel Milan ma dipendente dai calci piazzati: su 16 reti stagionali, solo la metà su azione (poi 4 rigori e 4 punizioni). Il conflitto generazionale coinvolge anche Totti e, soprattutto, Cassano, che un Mondiale non l’ha giocato mai: prima troppo acerbo, ora a dimostrare di non essere passato. In un modo o nell’altro, è sempre una questione di maturità.