(F. Ferrazza) – Quei fischi al momento del cambio pesano come macigni sulle spalle di Mattia Destro. Ventitré anni festeggiati ieri a Trigoria, coccolato da compagni e mister, eppure quella strana sensazione di non piacere a tutti, di dover dimostrare di essere un giocatore importante. Contro l’Udinese ha ritrovato il gol, diventando il capocannoniere della Roma con sette reti in tredici presenze, biglietto da visita significativo dopo il lungo stop, che evidentemente non basta per convincere tutti.
Quando Garcia, contro l’Udinese, l’ha sostituito, qualche fischio si è sentito nitidamente, stonando un po’ con la breve storia in giallorosso dell’attaccante. Destro però preferisce tenersi tutto dentro, mostrandosi sereno, anche se avrebbe voglia di esplodere, convinto di poter essere decisivo anche a Verona, domani sera, alall’inseguimento di una Champions da giocare in giallorosso. Sempre che il tecnico decida di schierarlo, visto che le tante partite in poco tempo (martedì c’è il turno infrasettimanale con il Torino) impongo la gestione del turn over che Mattia dovrà dividersi con Totti.
Partita non semplice, quella contro il Chievo, per varie motivazioni, una delle quali è Taddei a spiegarla. «Dovremo stare attenti perché affrontano la Roma — le parole del brasiliano al Roma Channel — non so perché ma chiunque ci affronta prende le forze dove non le ha. Corrono tutti, magari anche per farsi vedere. Dovremo farci trovare pronti». E Taddei giocherà la sua seconda gara consecutiva da titolare, a tre mesi dalla scadenza di un contratto che lo ha legato per otto anni alla capitale. «È una situazione delicata, ma mi piacerebbe rimanere perché la Roma è la mia seconda pelle ormai».