(E. Sisti) – Partiamo dal secondo tempo, partiamo dal peggio. Forse certa del risultato acquisito, o imbambolata senza un perché, la Roma torna in campo con un unico obiettivo: dimostrare di potersi rovinare la serata vanificando tutto quello che era stato fatto nella prima parte (la rete di Totti al 22′, che poi mostra la maglia di Strootman, il gol di Destro al 30′, una tranquilla superiorità). E quasi ci riesce. I bastoni fra le ruote si materializzano presto. Al 6′ Totti, gran bel ritorno il suo, perde palla a centrocampo perché non aveva scarichi attorno, si erano tutti dileguati. L’unico errore del capitano innesca Pinzi. Taddei, Benatia, Castan, Torosidis restano a guardare col dito in bocca e Pinzi segna l’1-2 riaprendo la partita. Poco dopo Nainggolan si esibisce in un liscio da ultimo uomo e da avanspettacolo, non da lui, Di Natale si ritrova libero sul dischetto del rigore: solo De Sanctis evita un pareggio che sarebbe stato, in ottica Roma, ridicolo.
Senza un perché la Roma si allunga, adesso sembra un serpente che muove testa e coda ma ha finito il veleno (l’errore di controllo di Destro al 14′) e Taddei da centrale, forse stanco, commette madornali errori di posizione facendosi risucchiare o arrivando tardi sul tentativo di anticipo. Messo così, con questi uomini, non è un centrocampo che può funzionare, specie se la squadra continua a spingere. Con Nainggolan troppo mobile e Taddei sempre più insicuro, in mezzo non c’è più nessuno e ogni volta che la Roma perde palla si scatena il panico, il collettivo si squaglia. Ci pensa Torosidis al 24′ a ristabilire le distanze: come Pinzi, il greco non incontra ostacoli fino al momento di calciare. Il suo tiro è radente e nell’angolo: 3-1. Allan fa una cosa bruttissima al 31′ su assist di Di Natale (simile a quella di Destro del primo tempo): calcia alto da pochi metri. Poteva essere il 2-3, la partita poteva riaprirsi ancora. Si va avanti fra smanie motorie, corse inutili ed errori. Esce Totti per Florenzi.
Perde palla chiunque e chiunque potrebbe segnare. Ci sono solo ripartenze. L’applicazione tattica è tale che ormai se scatta un contropiede nessuno lo segue o se lo fa ci arriva bollito e non serve. Al 36′ Basta effettivamente riapre la partita mettendo in porta un pallone nonostante ci fossero almeno dodici uomini nell’area di porta: 2-3. L’eccezionalità del disagio è confermata da un dato: la Roma non aveva mai preso due gol in casa in campionato (anzi ne aveva presi solo due fino a ieri). Il finale è di pura congestione, la difesa non tiene, la Roma non sa coprirsi a testuggine, con questi giocatori non può praticare il possesso palla. Le macchie e la paura aumentano quando Florenzi si mangia a porta vuota il 4- 2 (43′). Sembra una partita dell’anno scorso, o una partitella fra amici ormai senza fiato ma con la fiera intenzione di vincere la scommessa della cena pagata o da pagare. Eppure la Roma aveva iniziato bene. L’hashtag “#Forza Kevin” stampato sulle maglie arancioni di riscaldamento che ieri erano la vera divisa, quella uscita dalla fabbrica del cuore, stava dando forza non solo a Strootman (che sarà operato oggi a Rotterdam dal prof. Heijboer e che uno striscione invitava a “sputare ancora”), ma anche alla squadra. L’effetto non è durato abbastanza. La Roma del primo tempo era Totti, Pjanic e Nainggolan. La Roma del secondo non era niente. Il Napoli è rimasto tre punti dietro. Ma è bene che la Roma ne prenda coscienza: non speri di vincere altre partite così.