(M.Pinci) – Su il sipario, la Roma indossa l’abito migliore per presentare al mondo la sua nuova casa. Un video-show aperto dal presidente James Pallotta svelerà ai 400 invitati nella sala della Protomoteca in Campidoglio il progetto di uno stadio giallorosso firmato dall’architetto Meis, ispirato all’Olympiastadion di Berlino. Cinquantamila posti, palchi vip, una curva modello «muro», e tutto intorno parchi divertimento, megastore, ristoranti a tema, campi di allenamento, foresteria, il museo del club e una zona riservata ai tifosi più piccoli, per un costo di 600-700 milioni, euro più euro meno.
Un gigantesco «entertainment district», come ama chiamarlo Pallotta. Un distretto del divertimento di proprietà non dalla Roma ma di una NewCo partecipata dalla proprietà americana del club, e da edificare sulle ceneri dell’ippodromo del film Febbre da Cavallo, a Tor di Valle, tra Roma e l’aeroporto di Fiumicino. Padrone di casa il sindaco Marino, spettatore interessatissimo del progetto che riguarderà da vicino l’amministrazione comunale di Roma. Su una cosa infatti il Campidoglio è stato chiaro: l’impianto e le infrastrutture necessarie — stazione ferroviaria e metropolitana, lo svincolo autostradale — non dovranno pesare per un solo euro sulle tasche della collettività. Anche per questo nel corso della presentazione che esalterà l’estetica del nuovo impianto, fortemente ispirata nell’ossatura al Colosseo (da cui potrebbe anche prendere il nome, Colosseum, da abbinare a quello di uno sponsor), Pallotta elencherà i partner commerciali delle varie iniziative d’intrattenimento: Nike, Disney e altri grandi brand americani.
L’area sarà adatta a ospitare concerti e convegni, e il via libera dovrebbe arrivare entro un anno al massimo grazie all’emendamento sul rilancio dell’impiantistica sportiva previsto nella legge di stabilità che scandisce i termini delle approvazioni entro i nove mesi. Dodici al massimo. Ma c’è già chi storce il naso, come Massimiliano Fuksas, che prima ancora di avere accesso al progetto romanista, lo boccia senza pietà: «È orrendo, bruttissimo. Io l’ho già visto, è di cattivo gusto e non lo avrei fatto nella zona di Tor di Valle. Ma lo stadio serve come cavallo di Troia per fare i supermercati».