(G. Buccheri) Un omaggio al Colosseo. Parte così la sfida, o meglio il sogno, americano: prima lo sbarco nel calcio italiano tre anni fa, ora il traguardo di un nuovo stadio della Roma, da 52 mila posti, 300 milioni di investimento, un miliardo se nei conti entrano negozi, centri commerciali, ristoranti, campi di allenamento. James Pallotta, presidente giallorosso, è seduto nella sala della Protomoteca, al Campidoglio. E, dal cuore della Città Eterna, annuncia di scendere in campo senza timore delle trappole della nostra burocrazia perché, racconta, «io vengo da Boston, là sono cresciuto: saremo trasparenti come lo siamo sempre stati. Lo stadio sorgerà in due anni e sarà pronto per il campionato 2016/17…».
Pallotta riuscirà dove hanno fallito in tanti? Sarà lui a consegnare alla città il Colosseo 2.0? Il gran capo giallorosso e il suo staff non hanno dubbi: nella zona sud-ovest, a Tor di Valle, De Rossi e compagnia avranno il loro teatro dei sogni «senza – precisa il numero uno a stelle e strisce – nemmeno un euro pubblico di spesa, ma solo grazie ad investimenti privati…». Al Campidoglio c’è una Roma che va di corsa: la festa deve essere di famiglia. Così, parola all’architetto Dan Meis («Lo Juventus Stadium è bello, ma qua si respirerà la storia di Roma» dice il responsabile del progetto) e al costruttore Parnasi, ma non al presidente della Lega Calcio Beretta, per motivi di cortesia istituzionale presente in prima fila.
E il sindaco Ignazio Marino? Ecco che i timori delle trappole burocratiche tornano d’attualità. «A noi spetta il compito di vigilanza e – precisa Marino – vigileremo a cominciare dai 90 giorni che il Comune ha a disposizione per analizzare la sostenibilità del progetto con la nuova legge sull’impiantistica. Il nuovo stadio dovrà costituire un vantaggio per la città, non un problema: siamo al fianco di Pallotta, ma se non verranno ultimate tutte le infrastrutture che noi chiediamo intorno allo stadio, lo stadio non aprirà…». «Come chiameremo il nuovo stadio? Non Totti: di solito non si intitolano a persone ancora in vita. Una cosa è certa: le squadre avversarie avranno paura a giocare davanti al muro della curva sud…», sorride Pallotta.
A Garcia, del Colosseo 2.0 interessa «il giardino verde là in mezzo…». Ai tifosi, invece, che non finisca come 4 anni e mezzo fa quando la precedente gestione organizzò un evento di presentazione simile a quello di ieri e tutto finì nel nulla.