(F. Balzani) – Quattro vite, che non saranno sette come quelle dei gatti ma bastano e avanzano per Rodrigo Taddei, resuscitato dopo l’addio di Spalletti, l’arrivo di Luis Enrique, quello di Zeman e infine quello di Garcia. Dopo qualche mese passato in naftalina,Rodrigo è infatti tornato (complice l’infortunio di Strootman e le partenze di Bradley e Marquinho) a essere uno dei protagonisti della Roma che insegue il ritorno alla Champions, una competizione che il brasiliano ha già disputato 4 volte.
«Mi dispiace per Kevin, io sono qui a giocarmi la mia opportunità ma faccio il tifo per il suo ritorno in campo. Il mio segreto? La serietà nel lavoro paga, cerco di concentrarmi e sono stato ripagato con l’amore dei tifosi. Ormai siamo rimasti solo io Totti e De Rossi di quella Roma che veniva ammirata in Europa. Questa società ha fatto tanti cambiamenti postivi e questa squadra rispetto a quella di Spalletti mi sembra più equilibrata», ha detto ieri Taddei a Roma Channel. Il brasiliano si rammarica per il distacco dalla Juve: «La matematica ancora non ci condanna, ma hanno un grande vantaggio. Noi dobbiamo fare del nostro meglio, se non per arrivare primi almeno per il secondo posto che meritiamo. Garcia ha dato uno spirito a questa squadra. Ora tutti ci rispettano ».
E tutti rispettano Rodrigo che sabato sera col Chievo sarà ancora una volta titolare al fianco di Nainggolan (in attacco provato di nuovo il tridente Totti-Destro-Gervinho). «Dovremo stare attenti perché chi affronta la Roma prende le forze dove non ne ha. Non so perché…». Taddei sarà schierato davanti alla difesa, alla De Rossi, in un ruolo che non aveva mai ricoperto finora e nel quale non ha demeritato contro l’Udinese, pur concedendo qualcosa in più rispetto a Capitan Futuro. Insomma dategli un camice da medico o una tuta da operaio, per lui fa lo stesso. L’importante è risultare utile alla causa. «Ho fatto un po’ di tutto, dall’attaccante al terzino. Quando si tratta di una posizione nuova cerco di rubare con gli occhi ai più esperti».
Una duttilità quasi sprecata per quello che Totti definisce «il giocatore più tecnico » con il quale abbia giocato. «Lo ringrazio – ride Taddei – ma il giocoliere lo faccio solo in allenamento. In partita cerco di essere rispettoso». Taddei è alla sua 12ª stagione in Italia (la 9ª alla Roma), forse non l’ultima nonostante il contratto in scadenza. «Non ho mai pensato ad andare via da qui. Non so se questa esperienza finirà quest’anno, ma darò il massimo fino all’ultimo. Amo la Roma e vivrò qui quando smetterò di giocare. È una situazione delicata, spero che vada tutto bene». Un messaggio chiaro alla dirigenza.