Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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Bentornato Capitano. Dal suo infortunio, versamento a un gluteo nella gara di Coppa Italia contro il Napoli vinta per 3-2, la media gol-partita della squadra allenata da Rudi Garcia era decisamente precipita: 2,5 reti a partita con lui in campo, 1,1 senza di lui. Detto fatto il suo rientro sul rettangolo verde riporta a pieno regime la media trovando anche il modo di sbloccare la partita ritornando al gol dopo un lungo digiuno: azione insistita sull’out di destra da parte di Pjanic, tocco dentro per l’accorrente Gervinho, respinta in uscita bassa di Scuffet e tiro ad incrociare per il numero 10 romanista troppo facile da spedire in fondo al sacco per uno come lui. Inconfondibile l’esultanza con il dito in bocca, encomiabile la dedica speciale per Kevin Strootman. Cento di questi giorni.
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Morgan insuperabile. Il numero uno abruzzese così come i marcatori del match Totti, Destro e Torosidis decide la sfida dell’Olimpico in una delle serate più belle da quando veste i colori giallorossi. Incredibile e meritevoli del titolo di migliori gesti in campo le due parate nel primo tempo su Badu stoppato da un gran intervento e soprattutto Di Natale; il folletto friulano tenta di beffare il suo ex compagno con un sinistro a giro sul palo lontano, dove però l’estremo romanista si supera anticipando il tiro dell’attaccante friulano e deviando prontamente la sfera sul lato esterno dell’area di rigore. Tonno.
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Benatia costretto agli straordinari. Senza la copertura del centrocampo qualsiasi difensore va in difficoltà. Questo vecchio adagio calcistico torna utile nel descrivere la serata trascorsa dal centrale marocchino. Strootman e De Rossi garantiscono un filtro che ha fatto la differenza nell’imperforabilità mostrata in questa stagione e la loro assenza finisce per creare non pochi danni dalle parti di De Sanctis. Mehdi copre su tutti, sostituendosi a terzini e mediani, colmando le lacune altrui e nascondendo quelle falle che sarebbero potute diventare crateri. Velocità e attenzione tattica sono prerogative di pochi. Pluridecorato.
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Florenzi alle stelle. Appena entrato per prendere il posto di uno stanco Francesco Totti il centrocampista cresciuto nel settore giovanile giallorosso ha sui suoi piedi il colpo del definitivo ko propiziato da un grandissimo recupero del pallone da parte di Taddei e un assist al bacio servito dal solito Miralem Pjanic; il numero 24 spara però alle stelle vanificando il suggerimento del bosniaco e consegnando alla Curva Sud tutta i soliti ultimi 10 minuti di passione. Mira sbilenca.
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Fase difensiva da incubo. Troppe le occasioni concesse dalla compagine guidata da Rudi Garcia alle scorribande offensive dei bianconeri presentatisi all’Olimpico con il chiaro intento di cercare fin0 all’ultimo di fare risultato. Per fortuna dei padroni di casa le serate di grazia di De Sanctis e Benatia, accompagnate dalla gestione senza fronzoli di un sempre più autoritario Castan evitano un pareggio che, visto il successo chiacchierato del Napoli contro il Torino, poteva valere come una sconfitta. Balera.
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Dodò non sa dà fare. Il terzino brasiliano torna dopo quasi due mesi di inattività e riparte con il solito tourbillon di imperfezioni. Ossessionato dal rimanere attento in fase difensiva, non riesce mai a creare qualcosa di positivo nella metà campo avversaria. Mai sul fondo per il cross, non pervenuto al tiro, in difficoltà anche in semplici stop che non dovrebbero costituire problemi per un giocatore tecnico, se di questo stiamo parlando. Il discorso è sempre lo stesso: Ma uno così ce serve o non ce serve?!
A cura di Papi&Piccinini