(M. Pinci) – La sconfitta di Napoli apre una prima crepa nelle granitiche certezze della Juventus. Questo almeno deve augurarsi Rudi Garcia, allenatore di una Roma che forse sperava nel match del San Paolo per allungare ancora sul terzo posto e invece, oggi, torna a coltivare una speranza – per non dire utopia – tricolore. In fondo, proprio l’allenatore festeggiava la vittoria sul Sassuolo giurando: “Spero vinca il Napoli, perché finché non è finita la Juve non ha vinto nulla“. Ora, quasi per dovere, la Roma si ritrova a credere all’inseguimento in vetta. Non a caso, lunedì gli ha fatto eco l’ambiziosissimo dg Baldissoni: “Sperare è legittimo“.
MATCH DA RECUPERARE E SCONTRO DIRETTO – E allora, da oggi, a Trigoria la parola d’ordine è: crederci. Forse senza il motore di una grandissima convinzione alle spalle, ma crederci. “Possiamo vincerle tutte“, giura Garcia ai suoi più o meno dall’inizio dell’anno, quando la striscia di 10 vittorie aveva fatto cullare a qualche tifoso il paradosso che, davvero, non fosse impossibile girare a punteggio pieno. Certo, gli 11 punti di distacco dalla vetta sono una distanza apparentemente incolmabile. Ma mercoledì la Roma giocherà contro il Parma, all’Olimpico, per il recupero della terza giornata di ritorno: una partita che le concorrenti vedranno come spettatrici interessate sul divano di casa, senza poter rispondere. Vincere, allora, consentirebbe a Totti e compagni di accorciare ancora, portandosi a “meno 8″. Sempre lontanissimi, è fuori discussione: anche perché la squadra di Conte, che in tutto il campionato ha perso la miseria di 12 punti, difficilmente ne lascerà per strada 8 nelle 7 giornate residue. Ma accanto all’affollatissima colonna dei “contro”, Garcia può iscrivere alla voce dei “pro” lo scontro diretto della penultima all’Olimpico. Anche se è evidente come, a meno di particolari slanci di ottimismo, il faccia a faccia con i bianconeri rischi di arrivare a caroselli per il terzo scudetto juventino di fila già celebrati.
IL PRECEDENTE LAZIO: 9 PUNTI RECUPERATI IN 8 GARE – Ma per tanti romanisti, il match da recuperare con il Parma e Roma-Juve di maggio vogliono già dire distanze ridotte 5 punti appena. Abbastanza per far gocciolare kerosene sulla fiammella timida dell’entusiasmo. Il calendario in fondo è chiaro: Cagliari, Atalanta, Fiorentina, Milan e Catania sulla strada della Roma prima del confronto diretto dell’Olimpico. Mentre Conte ha la strada più o meno spianata (Livorno, Udinese, Bologna, Sassuolo, Atalanta) fino alla penultima. Eppure, un motivo per alimentare la propria convinzione lo suggerisce ai giallorossi il più inaspettato degli “amici”: la Lazio. Bisogna tornare indietro di 14 anni, per ricordarsene: stagione 1999-2000, il 19 marzo la Juve di Ancelotti è lanciata verso il titolo con 9 punti di vantaggio a 8 giornate dalla fine. Da quel giorno i biancocelesti di Eriksson infilano una rimonta straordinaria, aggiudicandosi anche lo scontro diretto a Torino, per poi superare i bianconeri proprio all’ultimo atto, vincendo in casa con la Reggina mentre Del Piero e soci s’impantanavano nel leggendario diluvio di Perugia. Il capitano di quella Juventus? Antonio Conte. Non serve scomodare Giambattista Vico e la teoria dei corsi e ricorsi, ai romanisti e a Garcia, per alimentare qualche tenerissimo sogno di gloria.