(T.Riccardi) – Roma-Parma evoca dolci ricordi alla mente dei tifosi giallorossi: lo scudetto del 2001. In quella squadra, tra gli altri, c’era anche Marco Delvecchio che negli ultimi anni della sua carriera ha indossato per pochi mesi anche la maglia gialloblu. Queste le sue parole:
Il tuo ingresso in quel Roma-Parma al posto di Batistuta.
“Era una situazione inverosimile, un clima surreale. Nessuno di noi potrà dimenticare quel giorno, un successo così vicino, con il grande timore di non farcela. Gli ultimi minuti non passavano mai…”.
Quale fu l’ingrediente vincente di quella squadra tricolore?
“Nella rosa c’erano tanti giocatori di personalità, tutti di livello tecnico altissimo”.
Una vittoria del gruppo?
“Quando si dice l’importanza di essere affiatati… noi eravamo tutto tranne che un gruppo unito. C’erano gli argentini, i brasiliani e un gruppetto di italiani, ma tutti avevamo la determinazione di voler vincere”.
Quindi grande merito al lavoro di mister Capello?
“Assolutamente sì, il suo compito è stato delicatissimo, è riuscito a far convivere tanti giocatori di personalità. Ognuno di noi è riuscito a dare il meglio di sé”.
Verso la fine della carriera ha anche giocato al Parma: come si è trovato?
“Parma è calcisticamente una situazione perfetta per ogni atleta. Una città a misura di uomo, dove si respira un’atmosfera serena e si ha la possibilità di fare bene. Nonostante mi sia trovato benissimo dal punto di vista ambientale, non sono riuscito a dare alla squadra l’apporto che avrei voluto. Sono arrivato dopo essermi operato al tendine di Achille, appena rientrato in forma ho avuto problemi ad un ginocchio, poi a fine stagione mi sono dovuto operare di nuovo sempre al tendine. Quando sono riuscito a scendere in campo ho dato il mio apporto, ma se fossi stato bene fisicamente avrei potuto dare di più”.
Che partita vedremo all’Olimpico?
“Sarà una gara combattuta: il Parma viene da un buon momento nonostante lo stop contro la Lazio. La Roma deve assolutamente portare a casa il risultato pieno, per conquistare definitivamente il secondo posto, la posizione che merita per il campionato che ha disputato”.
Ad inizio campionato nessuno avrebbe scommesso sulla Roma seconda a poche giornate dalla fine…
“Già, è stata una stagione positiva, dove sin dall’inizio si è visto che le cose erano cambiate e i risultati ne sono l’evidenza tangibile. Un gruppo solido che nei mesi ha consolidato il secondo posto. Certo, rimane un po’ di amaro in bocca per i punti persi per la strada, con la Juventus stratosferica di questa stagione che sembra poter avere una battuta d’arresto…”
Chi dei nuovi l’ha colpita positivamente?
“Gervinho su tutti, non ci aspettavamo da lui un livello così alto di rendimento”.
E Totti ha raggiunto le 700 presenze in maglia giallorossa…
“Francesco è un professionista esemplare, che sa perfettamente come gestirsi e in campo riesce ancora a fare la differenza”.
Le piace Garcia?
“È stata una bella scoperta, un allenatore di carattere che sa gestire le tensioni all’interno del gruppo. È molto preparato e si è ben calato nell’ambiente non facile di una grande piazza come Roma”.
Sempre parlando di numeri, la prima rete in maglia giallorossa di Bastos è il gol n.4000 della storia giallorossa. Lei hai contribuito alla causa segnandone diversi… Se dovesse citare un gol su tutti?
“Negli anni abbiamo parlato dei miei gol al derby, ma credo il più importante sia stato il primo, indimenticabile la mia rete al Napoli”.
Dopo aver attaccato gli scarpini al chiodo si è un po’ allontanato dal calcio, come mai?
“Oltre agli impegni di club, ho vissuto anche 10 anni di Nazionale, quindi partite e ritiri uno dietro l’altro. Oggi ho deciso di dedicarmi ad altro, quello che non potevo per forza di cose fare prima. Non è una scelta definitiva, magari se poi viene fuori una occasione allettante ci ripenso!”.
Fonte: As Roma Membership